E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la famevoleva sfogare tutte le sue brame,vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancorasfamarsi e tripudiare come allora !No, disse il Piave, no, dissero i fanti,mai più il nemico faccia un passo avanti !Si vide il Piave rigonfiar le spondee come i fanti combattevan le onde.Rosso del sangue del nemico altero,il Piave comandò: Indietro va, o straniero!
Cara
Beatrice,
oggi
ti scrivo, perché sono certo che un giorno leggerai queste parole e allora
capirai il senso di certe battaglie.
Siamo
di nuovo sulla linea del fiume, col nemico che
le sue brame vuol sfogare.
Oggi,
Beatrice ci vogliono strappare di nuovo la nostra libertà, la liberà che fu
conquistata un tempo dai nostri nonni, la libertà che io, padre, ho il dovere
di preservare per te.
E
allora combatto, perché nella vita ognuno combatte le sue battaglie e ognuno
sceglie ciò che vuol essere. Ma una battaglia che viene dimenticata è una
battaglia inutile e anche se vinceremo, tutti quelli che saran morti, lo
saranno invano, se non resterà di loro la memoria.
Io
combatterò inutilmente se non sarò poi in grado di spiegarti le ragioni di
questa battaglia. E allora, prima di tutto, devo lasciarti un seme, un seme
piccolo che spero pianterai nel tuo cuore e farai germogliare. Perché quel seme
crescerà in te e la mia battaglia non sarà stata vana.
In
questi giorni Beatrice, la nostra società sta subendo un attacco massiccio,
forse uno dei più violenti e dolorosi a cui io abbia mai assistito. Da molti
anni hanno fiaccato il morale di chi ha provato a resistere, da molti anni i
nemici avanzano e saccheggiano e bruciano e uccidono, ma oggi son giunti sul
Piave e se passeranno avran forse vinto la guerra.
Oggi
vogliono far votare le persone per abbattere definitivamente la Costituzione Italiana e per far morire con essa il suo popolo. La Costituzione è l’ultimo
baluardo che ci difende dalla schiavitù, l’ultimo scudo a sancire la nostra
libertà, l’ultima fortezza a difesa dei nostri diritti. Un giorno leggerai com'è
nata la Carta e ti accorgerai che è stata eretta affinché l’umanità non cadesse
mai più nell'oblio, nel dolore, nella miseria e nella morte. E’ un monumento di una guerra, il prodotto di
uno dei rari momenti storici in cui la violenza e la morte hanno costretto i
superstiti a progettare una civiltà fondata sulla partecipazione e i diritti di
tutti.
Oggi,
il nemico è di nuovo sulla sponda del fiume e il suo esercito è forte e
potente.
Hanno
fatto credere alla persone che si trattasse di una scelta, li hanno ingannati,
li hanno traditi e hanno detto che avrebbero potuto votare democraticamente, ma
vedi oggi non si sceglie e la democrazia non c’entra nulla.
Traditori
nominati secondo una legge incostituzionale, propongono una legge che
sconvolge i fondamenti della Costituzione stessa e inganna i suoi cittadini su
quali siano i reali intenti di questo abominio.
Per
capire, ti lascio questo bellissimo articolo in cui la premessa è già di per sé
straordinaria e il seguito la conferma di quanto ti ho anticipato.
Non
si tratta di scegliere, non è un voto e non è democrazia: è una guerra e ci
stanno sparando addosso coi cannoni.
Beatrice,
mi accusano e scherniscono: dicono che sono esagerato che ho perso la misura
delle cose, che vaneggio… e vorrei tanto che fosse vero, ma non lo è. Non lo è
il declino vertiginoso del mondo in cui ti ho concepita. Non lo è la privazione
dei diritti, della dignità, dell'essere persone. Vorrei tanto sbagliarmi, ma li
vedo tutti lì di fronte a me coi fucili puntati che sparano e si avvicinano. La
potenza dei loro microfoni, dei loro giornali, delle televisioni è devastante.
E i loro generali sono spietati e assetati.
Il
numero dei soldati è vertiginoso, ma non importa chi siano o perché lo
facciano: ci sparano e ci vogliono uccidere. Vogliono uccidere te, il tuo
futuro, il tuo stupendo essere vita.
Molti
di quei fanti sono come me, anche loro hanno figli e mogli, famiglie e amici. Molti
di loro pensano di essere nel giusto e non si accorgono della banalità del loro male. Dovrei odiare chi
li ha ingannati, chi ha dato loro quegli ordini. Dovrei avere pietà della loro
superficialità, del loro campanilismo, della loro noncuranza; sì, forse, dovrei
cercare di capirli e di far loro capire, ma quelli sparano Beatrice!
Oggi
non importa più chi siano, oggi importa solo da che parte del Piave stanno.
Perché il tempo è trascorso ormai e i loro fucili uccideranno prima me e poi te
se non li fermeremo. Il tempo delle parole è finito: piango perché li vedo
cadere ignari, ma non posso arretrare: non più!
Odio
i loro mandanti, odio il male che li ha generati, odio quell'orrore che vuole
minacciarti; lo odio per avermi messo contro persone uguali a me che avrebbero
potuto senz'altro capire, se fosse stata data loro una possibilità. Li odio, ma
ormai hanno imbracciato i fucili e quell'amico, quel parente, quel compagno che
oggi è sull'altra sponda del Piave è un mio nemico e io sparerò contro di lui.
Oggi
Beatrice, caccerò dalla nostra vita chiunque abbia scelto di privarti del tuo
futuro, chiunque abbia deciso, per qualsiasi motivo, di sottrarti la liberà di
determinare te stessa e la tua vita. Li respingerò come si respingono i nemici.
Non mi importerà delle loro motivazioni, delle loro scuse o di qualsiasi altra
condizione: sparano e io devo difendermi, difenderti.
Oggi
loro sono i nostri nemici: coi nemici non si discute, coi nemici si combatte.
Adesso,
son qui, sul Piave, col fucile in mano e non so sparare, ma non tremo, perché
nel cuore ho te.
tuo padre,
Alessandro.
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