domenica 23 novembre 2014

E' già primavera?

Alla fine Novembre se ne sta andando via tutto sommato in fretta. Il tempo non è clemente, nel senso che né caldo né freddo. Umido e grigiognolo come la nebbia della bassa.

Aspettiamo il freddo e la neve: infatti ieri abbiamo anche montato le gomme chiodate e così fino ad Aprile siamo a posto. Grosse perturbazioni all'orizzonte non se ne vedono, ma a noi va poi bene così.


In casa nostra intanto è scoppiata la primavera ed è tutto uno svolazzare di farfalle e prati fioriti.
Ecco qui un paio di esempi che meritano di essere condivisi.



A inizio settimana il Papino e la Bea sono anche andati al controllo pediatrico dei quattro anni (per la Beatrice ovviamente, io l'ho fatto un paio di mesi fa!). 
Ad attenderci, al Barnvårdcentralen, la pediatra Malin e una tirocinante che le dava una mano. Abbiamo fatto tutti i controlli e la Bea, nella sua timidezza, ha passato il check-up senza problemi.
Dopo un quarto d’ora nella sala d'attesa (più che una sala d'attesa sembrava un parco giochi indoor da quanto era attrezzato: scivoli, macchine a pedali, mazze da hockey ecc..), ci hanno fatto entrare e abbiamo fatto un sacco di cose interessanti. 
Per primo un bel disegno su un foglio bianco con pastelli fighissimi.
Poi musica dance con cuffie ultimo grido per vedere se la Bea reagiva alle varie frequenze di beep psichedelico.
Poi peso e altezza.
Poi camminare con un piede davanti all'altro su una fune sospesa nel vuoto (in realtà era una riga rossa sul pavimento, ma a noi piace pensarla nell'altro modo) e infine esame del pirata (un occhio bendato alla volta) con lettura dell’alfabeto su lavagna luminosa.

La parte più sono stati i dialoghi.

Subito Malin a chiesto a Beatrice cosa le piacesse mangiare: köttbullar, korv, fisk, potatis??? Lei ha prontamente risposto: formaggio duro (Parmigiano Reggiano) e prosciutto crudo. Così, tanto per mettere subla situazione in chiaro! 
Chissà se Malin avrà colto il messaggio subliminale?!?

Alla seconda domanda siamo andati meglio. Beatrice, cosa ti piace bere? Lei, ovviamente, ha risposto Saft e CocaCola!!! Malin è sbiancata e mi ha guardato male.
Io sono scoppiato a ridere e poi le ho anche dovuto spiegare il perché (e in svedese). Come tutti sanno, noi siamo una famiglia di Sparta e in quanto a disciplina non trasgrediamo mai (o quasi). Quindi, generalmente, oltre all'acqua, sulla nostra tavola, si trova ben poco. Il caso ha voluto che il giorno prima della visita avessimo fatto il kalas (festa di compleanno) della Bea qui a casa. Durante la festa abbiamo mangiato la torta e tutti gli inviati hanno bevuto saft e bibite. Ovviamente anche la Bea ha provato entrambe. La CocaCola, l’ha sputata subito, come del resto fa sempre con le bibite gassate, mentre di saft ne ha trangugiato un bel bicchiere.
Onestamente penso che la dottoressa volesse sapere se la Beatrice beve regolarmente acqua o latte (qui a pasto si beve anche latte, soprattutto per i bambini), il problema è che lei ha chiesto “cosa ti piace bere” e la Bea ha giustamente risposto quello che le piace e non quello che generalmente beve.
Il fatto che un bambino non faccia, non mangi o non beva sempre quello che gli piace non è un sillogismo così tanto diffuso da queste parti (questa è un po' sadica, ma ogni tanto qualche punzecchiatina ci sta!!!).

 Infine, siamo arrivati all'esame della vista. La Bea si è seduta ad un banco e di fronte la ragazza che indicava le lettere sulla lavagna luminosa. Siccome si presuppone che i bambini di quattro anni non sappiano leggere perfettamente, sul banco vengono messe le figure delle lettere così loro indicano quelle che vedono. Ora, nella lettera che c’era arrivata a casa, si diceva di provare a fare questo gioco con i bambini prima della visita in modo da prepararli un po'. E dato che alla Bea piace molto scrivere alla lavagna, lo abbiamo fatto un paio di volte, con tanto di benda da pirata sugli occhi.
Il problema è che la Bea l’alfabeto lo conosce: ogni tanto fa confusione con la doppia pronuncia italo-svedese (tipo per lei la O svedese e la U italiana sono sempre fonte di dubbio), ma le lettere le conosce quasi tutte. All'asilo gliele hanno insegnate e poi lei, ogni volta, vuole scriverle sui suoi disegni. Quindi, al momento dell'esame, lei guardava la lavagna e diceva il nome della lettera e manco si interessava delle figurine sul banco. D’altra parte così c’eravamo allenati a casa. Ad ogni modo, un po' la pediatra che non si aspettava questa reazione e un po' la Bea che nella sua timidezza sussurrava le lettere con meno di due decibel, c’abbiamo messo svariati minuti prima di capirci.

Va beh, tutto è bene quel che finisce bene. Alla fine ce ne siamo andati tutti soddisfatti anche se il disegno se lo sono tenuto loro… mannnnagggia!!!!
Abbiamo anche avuto la conforma che la Bea è mancina: qualche sospetto m’era già venuto (sospetto si fa per dire):


Ma ora è certezza!!!

La cosa più bella è che, essendo mancina (penso io), molte lettere le scrive a specchio e così questa è la sua firma attuale.



Brava Beatrice, sei stata una forza e anche Papino se l’è cava discretamente bene!

Promossi!!!

venerdì 14 novembre 2014

Novembre dolce Novembre.

Circa un anno fa scrivevo queste parole:

[...] qui è Novembre, uno dei mesi cruciali della Svezia, nel senso che se resisti adesso, allora ce la puoi fare per tutto l’anno. Piove, il cielo è nero e c’è buio. Già poco dopo le tre di pomeriggio si fa sera. La neve tarda ad arrivare e le luci del Natale sono ancora lontane. Anche gli Svedesi manifestano un certo grado di insofferenza in queste giornate così cupe. Molti di loro cercano un momentaneo sollievo con qualche breve vacanza in posti decisamente più esotici [...]
Non è che le cose siano cambiate molto, questa settimana c'era così nuvolo che alle due di pomeriggio sembrava già sera inoltrata. Ma ormai siam già a metà e si vede la luce in fondo al tunnell.

Ad ogni modo (forse) vale ancora la pena di leggere anche il resto di quel POST!

mercoledì 5 novembre 2014

Sta a noi lasciare una traccia.

Cara Stella Mia,
il tempo corre in fretta, ma per fortuna lo stesso tempo ci ha legato insieme e ci ha concesso di stringerci la mano per questo batter di ciglia.

Sai, questo Blog è soprattutto tuo: l'ho scritto mille volte e te lo continuerò a ripetere. Mi piace pensare che un giorno, quando magari faremo fatica a parlarci e quando le fasi della nostra vita ci avranno cambiati un po', potrai sempre trovare tuo padre e tua madre qui, tra queste pagine.

Potrai vedere due ragazzi che giorno dopo giorno si sono fatti forza e ti hanno accompagnata insieme a loro in questo giardino che si chiama mondo.

Io avrei sempre voluto conoscere in miei genitori quando erano ragazzi… forse avrei anche dovuto chiedergli più cose e forse loro avrebbero potuto raccontarmi di più. Ma, le giornate passano, i ricordi sbiadiscono, molto perde d’importanza o più semplicemente si dimentica.
Queste pagine non dimenticano. Qui potrai sempre trovare qualche pensiero, qualche risposta.



Non passa giorno in cui non mi accorga di quanto la mia vita sia cambiata da quando sei arrivata tu, e francamente, non riesco più nemmeno ad immaginarla una vita senza di te.

E pensare che in quei primi attimi, quei momenti ero così spaventato. Quando sei arrivata ero frastornato, avevo paura, ero stanco. Avevo mille pensieri per la testa, tante preoccupazioni. Ho ancora il rammarico di non essermi goduto a pieno qui primi giorni insieme a te.


Noi siamo così. Ci serve tanto tempo per abituarci al cambiamento. Siamo lenti, incerti. Andiamo piano e ci adattiamo con difficoltà. Ma poi, quando passiamo tra un equilibrio e l’altro, allora sì che diamo il meglio di noi.
Ci abbiamo messo un po’ a conoscerci, a prenderci la mano. Ci sono voluti tanti piccoli passi ma oggi siamo indissolubili.
L’ansia è svanita e c’è posto solo per una gioia che ormai non ha più aggettivi.
E allora, grazie, grazie e ancora grazie per ciò che mi hai dato e per quello che mi hai fatto diventare. Se sarò stato in grado di ricambiare tutto questo, me lo dirai tra alcuni anni. Per adesso godiamoci questo nostro essere qui, felici, insieme.






Ora viene la parte difficile. Qualche tempo fa stavo leggendo un libro che raccoglieva tanti fatti storici: più o meno dagli anni '60 fino a qualche giorno fa. Mentre lo leggevo mi accorgevo che quella che era descritta lì era la storia dei nonni e della nostra famiglia. Tanti fatti che avevano caratterizzato l’adolescenza dei miei genitori e i primi anni della mia vita. Alcune cose me le ricordavo, altre mi sembravano diverse, mentre le attraversavamo, e altre ancora non le avevo proprio viste.
Mi sentivo incuriosito, ma allo stesso tempo rammaricato nel non averne parlato con chi quelle cose le aveva viste e vissute e nell'aver perso l’occasione di leggerle con altri occhi.

E così mi sono accorto che il tempo corre e sta a noi lasciare una traccia.

Io penso che anche il periodo attuale sia un tempo molto particolare. Una fase storica importante, con tante domande e tanti interrogativi. Vedi, Stella, io alcune domande me le pongo, ma spesso alle risposte non ci arrivo. Ma forse è così che deve essere. Non sempre il tempo delle domande coincide con il tempo delle risposte.
Però non voglio lasciarle scivolare via, nell'indifferenza.

Proprio per questo, qualche mese fa, decisi di contribuire ad un progetto che secondo me avrebbe potuto lasciare un segno dei nostri tempi.
Data la mia scarsa capacità inventiva fornii solamente un contributo passivo, finanziando questo lavoro e credendo fermamente nell'idea di fondo che lo caratterizzava.
Un po' come quel libro che stavo leggendo.

Finalmente il progetto si è concluso e questo è il risultato.


Accettalo come un piccolo dono per questa nostra giornata speciale. Lo so che per molto tempo non saprai di che fartene di questo link, ma io intanto lo lascio qui, poi magari ne parleremo quando sarà il momento.







A tutti gli altri, che invece hanno un po' più di quattro anni, consiglio di dare un'occhiata al sito, al trailer e perché no, di partecipare alla visione integrale del documentario.

Sì, è un documentario! Ognuno lo guardi con i suoi occhi e con le sue idee, ma è la storia che ci sta passando davanti. Ne siamo parte, ne verremo chiamati a rispondere quando i nostri figli ci faranno le loro domande.