Cara C.,
qui è Novembre, uno dei mesi cruciali della Svezia, nel senso che se resisti
adesso, allora ce la puoi fare per tutto l’anno. Piove, il cielo è nero e c’è
buio. Già poco dopo le tre di pomeriggio si fa sera. La neve tarda ad arrivare e
le luci del Natale sono ancora lontane. Anche gli Svedesi manifestano un certo
grado di insofferenza in queste giornate così cupe. Molti di loro cercano un
momentaneo sollievo con qualche breve vacanza in posti decisamente più esotici.
Bene, ho risposto all’ultima tua domanda: com’è il tempo lì? Ora mi mancano solo tutte le altre. Sai, ti
avevo chiesto di poter raccogliere le idee e questo è quello che ho fatto. Ti
posso assicurare che in questi giorni ho pensato spesso alla tua mail… confuso.
Confuso da tanti pensieri.
Ora vedi, alla fine, mi sono deciso e ho voluto scriverti sul Blog perché
qui ci hai conosciuto.
All’inizio avrei voluto risponderti punto su punto. Sul lavoro, la casa,
l’asilo, il cibo, le amicizie e tutto quanto ti sarebbe interessato ma poi, poi
ho realmente pensato in che modo potevo esserti d’aiuto. Tutte le informazioni
che cerchi le puoi facilmente trovare in tantissimi siti internet o blog di
famiglie e persone che vivono in Svezia. E tra l'altro ti posso assicurare che
sono molto meglio di me a descrivere con dovizia di particolari i tecnicismi
del vivere qui.
Fondamentalmente potrei raccontarti questi quasi due anni di vita quotidiana, ma lo farei con i miei occhi e la visione che tu ne
avresti attraverso il filtro della carta (digitale) sarebbe in parte distorta.
Ti posso riassumere l’essenza del mio pensiero di fronte a quelli che io ho
appena definito i tecnicismi.
Per vivere in maniera normale con una famiglia DEVI avere un lavoro.
Per avere un lavoro DEVI parlare la lingua.
Per farlo DEVI studiare.
Sei e sarai sempre quello che sei, ovvero uno STRANIERO in mezzo ad altre
persone che potranno essere abitanti del posto o stranieri a loro volta. Questo
non lo puoi CANCELLARE e se anche volessi farlo sarebbe come voler cancellare ciò
che sei e quindi rinnegarti. Accettarlo e farne un punto di forza potrà solo
aiutarti.
La Svezia è un PAESE CIVILE e MODERNO che è arrivato con la sua storia fino
ad oggi. Ha tanti lati positivi e anche tantissime CONTRADDIZIONI. E’ parte di
un mondo incasinato e fa quel che può per non rimanerne schiacciata.
Quelli che per me potrebbero essere difetti sono pregi per altri e
viceversa.
Vuoi fare i CONFRONTI? Benvenuta, sarai in ottima compagnia.
ADATTARSI e MALINCONIA sono due parole con le quali dovrai fare i conti e
quando busseranno insieme dovrai essere ben preparata e avere le spalle larghe.
BABBO NATALE NON ESISTE! Si hai capito bene, sai la Svezia di Pippi
Calzelunghe, dei boschi verdi, dello stato sociale e tutti gli altri luogo
comuni che spopolano nel mainstream?! Esatto, tutta quella roba lì non esiste!
Molte delle cose che vengono idealizzate sono solo strumentalizzate dai molti
media per raggiungere obiettivi altri. Tante cose positive esistono tutt’ora ma
un conto è la realtà, un altro sono le favole. Si, esiste un signore con la
barba lunga e bianca vestito di rosso, ma non va di certo in giro su una slitta
volante a consegnare i doni a tutti i bambini del mondo. Spero tu abbia capito!
Per il resto tutto è soggettivo. Alcuni si lamentano della chiusura (intesa
come riservatezza) delle persone, pensa che gli Svedesi dicono a me che sono una
persona introversa. Questo per dirti che a me la loro riservatezza non da
nessun fastidio, c'è invece chi non la sopporta. E poi ci sarebbe da parlare del clima ma anche in questo caso
dopo aver passato trent’anni in mezzo alla nebbia e all’afa padana, beh,
l’inverno e l’estate svedesi ti fanno sorridere.
Ecco, mi fermo qui perché alla fine non è di questo di cui vorrei parlarti.
Penso che se tu desideri veramente la Svezia, tutte le informazioni che ti
interessano le puoi facilmente trovare e soprattutto penso sia anche molto
propedeutico che tu inizi a spulciare siti in lingua svedese, giusto per capire
che quello diventerà il tuo pane quotidiano per parecchio tempo. Come dire: io
credo molto nell’auto apprendimento e nella propedeuticità dei propri errori.
E allora, di cosa mi
vuoi parlare? - ti chiederai tu. Beh, vorrei solo rispondere a quell’unica domanda che ti
ho fatto: tu che cosa cerchi?
Ecco a cosa ho pensato per tutta questa settimana… cosa ho cercato e cosa continuo
a cercare io.
Potrei risponderti che ho cercato un miglioramento
per la mia vita e quella della mia famiglia, similmente a come mi hai risposto
tu, ma cosa vorrebbe dire un miglioramento…cos'è una vita migliore?
Sai, se guardo alla cose materiali, se dovessi fare un mero bilancio di cosa
ho lasciato e di cosa ho trovato, lasciamo stare non c’è storia. Se ti dicessi
che ho lasciato il sogno di ogni famiglia tipica italiana, probabilmente non mi
crederesti ma io insisterei col farti vedere la mia casa in campagna con il
giardino sempre curato, le macchine nel garage, le biciclette per le passeggiate
e le sdraie e l’ombrellone per l’estate, la cucina laccata e il condizionatore.
Due ottimi lavori, le partite di calcio il venerdì. Nonni, bisnonni, zii e
cugini sempre pronti a dare una mano e poi gli amici, le nostre pizzate e le
grigliate d’estate. Potrei continuare per ore e poi dirti che allo stesso tempo
non ho trovato il sogno svedese qui ad accogliermi (le famose tre V: Villa,
Volvo, Vovve). Ho trovato, invece, un condominio fatiscente con un appartamento
che ha più anni di me, la lavanderia in un edificio a dieci metri da casa,
qualche ubriaco in ascensore e ogni tanto la macchina della polizia che viene a
raccogliere qualche drogato. L’autobus alla mattina e l’SFI alla sera, dove,
guardandoti intorno, ti accorgi di essere l’unico leggermente pallido rispetto a un mare di Siriani, Somali o Iracheni
che spesso e volentieri litigano tra di loro su questioni sconfinatamente
futili. Ho trovato i mille problemi della società moderna: con i negozi
sfavillanti e i medicanti davanti.
D’accordo, non vado oltre perché fondamentalmente sai perfettamente di cosa
parlo. Chi non te lo racconta, mente. Perché chi tace una verità, mente!
La mia qualità della vita è peggiorata?? Molti ti direbbero di si, io ti garantisco
che non è mai stata così alta. Perché non ho perso nulla, ho guadagnato tutto!
Che tu ci creda o no, non sono quelle COSE che mi mancano. Non sono quelle
cose che desidero riavere. Non mi manca niente perché quello è niente. Le
pietre di una casa, rimangano pietre. Erano polvere prima che io nascessi e
polvere saranno quando me ne andrò. Non parlano, non amano non odiano, non
piangono né sorridano. Tu puoi anche dirmi che quelle pietre, una sopra l’altra
hanno fatto una casa, piena di ricordi e di bei momenti… i ricordi non sono
nelle pietre, ma nel mio cuore. I ricordi si muovono con me e mi sorreggono
quando c’è bisogno. Quelle sono e rimangono cose, sta poi a noi decidere il
valore che devono avere nella nostra vita.
Potrei desiderare una villa sul lago con i fiori sul vialetto, una Volvo
sotto alla tettoia e il cane che scorrazza in giardino. Potrei sognare le
vacanze in Grecia d’estate e in Norvegia d’inverno a sciare. Poi poteri volere
un nuovo cellulare perché, quello che ho, ha già un anno di vita. Una macchina
più grossa perché la sacca da golf nuova che ho preso non si abbina con gli
interni. E poi c’è l’estetista e il corso di pilates di mia moglie e le lezioni
di equitazione per mia figlia, quelle di tennis, quelle di nuoto quelle di
pattinaggio, quelle di danza e… e… e…
E’ questa la qualità della vita? E’ questo che dovrebbe giustificare il mio
essere? E questo che darebbe la misura della mia esistenza e della mia
realizzazione come persona?
A volte mi terrorizza che questo, che molti definiscono sogno, possa
permeare nel cuore di mia figlia e renderla schiava. Schiava di bisogni che non
ha, di sogni che non sono i suoi, di una vita che non sarà tale fino a quando
sarà spesa nella rincorsa di COSE.
Per tutti questi motivi e per questo mio modo di pensare, mi sono sempre
sentito straniero in Italia. Una persona in silenzio, come chi non può parlare
perché non consce la lingua. Poi un giorno ho deciso che se proprio avessi
dovuto continuare a sentirmi straniero allora lo avrei fatto lontano dalla mia
casa, e quindi sono venuto qui.
Non mi manca niente, anzi continuo a credere di aver ricevuto troppo.
A dire il vero, forse qualcosa mi manca… mi manca il profumo dell’erba
appena tagliata. L’odore del fumo di foglie bruciate, il suono delle campane.
Tu, sorridendo, penserai che queste sono forse cose di poco conto, io ti posso
assicurare che, quando ci penso, a stento trattengo le lacrime per la forza con
cui questi ricordi arrivano nello stomaco. Quante macchine, case o quant’altro
scambierei per quei profumi!
E infine arriviamo al miglior stile di vita, per noi, ma soprattutto per i
nostri figli. Si perché ovviamente vogliamo sempre il meglio per loro. Il
futuro più radioso (e glorioso) della storia, proprio quando la storia ha
deciso che fosche nubi si addenseranno all’orizzonte.
Qualcosa di migliore, qualcosa di unico, insomma qualcosa in più,
infondendo in loro quel primordiale desiderio del non accontentarsi mai. La
rincorsa perenne verso un orizzonte che si sposta sempre più velocemente. E il
presente non esiste e viviamo nella proiezione di noi stessi in un futuro che
spesso esiste solo nella nostra immaginazione. E cosa succede quando tutto il
desiderabile non può essere raggiunto? Quando la realtà bussa? E ti assicuro che non la puoi fare aspettare...
Cerchiamo le migliori scuole, le migliori università (sulla base di quali criteri
non è mai troppo chiaro), salvo poi scoprire che il sistema pedagogico italiano
è preso a modello proprio da quei paesi che noi giudichiamo migliori.
Vediamo nostro figlio come l'ingegnere che costruirà ponti in grado di collegare i continenti e nostra figlia come il medico che sconfiggerà
il cancro. Il sogno di ogni madre o padre. Nessuna madre però vede in
quell’ingegnere l’uomo che progetta le armi chimiche che ogni giorno cadono in
ogni angolo dimenticato di questo mondo. Oppure una psicologa che imbocca di
antidepressivi quei centinaia di malati che la società produce ogni giorno.
Un esercito di tecnici, super specializzati in grado di entrare nel mondo
del lavoro in tempo zero. Legioni di ingegneri, architetti, softweristi,
controller, operatori di borsa… istruiti, istruitissimi! Ligi al proprio
lavoro, realizzati ogni giorno per aver aumentato i guadagni loro e della loro
azienda, per aver sfornato sempre più auto, costruito sempre più case, diffuso
sempre più apps, venduto sempre più derivati. Perché non ce nulla di male, ci
pagano per questo… per aumentare la produttività, accrescere l’efficienza…
incrementare esponenzialmente la nostra deficienza. Invadere il mondo di sempre
nuovi prodotti. E non importa se molti di questi non servono a niente o nessuno
vuole comprarli, ci pensa la nostra cara e amatissima TV (teven, alla svedese) a iniettarci
la quotidiana dose di desiderio indotto. E la Svezia non è immune a questo virus!
Ma lo facciamo in nome di un futuro migliore… perché ai nostri figli non
manchi mai nulla. Perché devono essere sempre felici. Non importa se poi li
facciamo crescere ad altri perché noi siamo troppo impegnati a “portare a case
la pagnotta”. Quel pane che ci riempie la pancia.
E' questa l’istruzione che cerchiamo? Il mito dell’avere?! La rincorsa
all’apparire?!
Perché se questo è il miglioramento che intendi, il mondo ne è strapieno e
lo puoi trovare in ogni paese senza per forza venire in Svezia.
Esistono elenchi dei professionisti maggiormente richiesti nei paesi
Scandinavi, come del resto in tutta Europa. Controlla se ai primi posti
figurano docenti di letteratura o filosofia, professori di musica, registi,
artisti, intellettuali… l’incubo di ogni madre o padre.
Punti di vista.
Ora che ti ho portato fino a qui, ti devo qualcosa, e quindi ti dico cosa
ho trovato, così potrai trarre tu le tue conclusioni.
Ho trovato la storia del mio paese. Letta a notte tarda su pagine di libri
che le scuole non fanno più studiare. Ho letto tanto e ho cercato di capire
tutto il male che le stanno facendo. Perché domani mia figlia verrà da me e mi
chiederà il conto. Lo farà semplicemente con un perché. E io dovrò saper rispondere a quel perché e non potrò
sottrarmi dallo spiegarle il perché il suo nome è diverso da quello dei suoi
compagni di scuola, il perché lei parla una lingua che non è la stessa e
soprattutto perché continuano a chiamarla Italiana.
Ho trovato tanti, tantissimi dubbi. Più di quanti ne potessi immaginare. Ma
da quei dubbi è nata la forza per cercare risposte. Mi sono sempre messo alla
prova. Mia moglie dice che mi complico sempre la vita. Io sfido e logoro me stesso! Si è
vero, ma in quella sfida cerco chi sono. A volte ho trovato. Spesso mi sono
perso. Il giorno in cui mi sfiderò con sfide che sarò sicuro di vincere, sarà
il giorno in cui avrò smesso di essere me stesso.
Ma se parlo così, con tutta questa superbia, è perché in tutto questo sali
e scendi ho trovato ciò che realmente mi sorregge e mi spinge.
Mia moglie e mia figlia.
Senza mia moglie probabilmente non staresti nemmeno leggendo queste
parole. Senza di Lei non mi sarei mai rialzato quando, piegato in due sulle
ginocchia, guardavo dal basso l’asticella che troppo in alto avevo spostato.
Senza di Lei molto di tutto questo non ci sarebbe. A volte penso che ci debbano
essere altri motivi per cui si ostini a seguirmi. Io ci provo a convincermi che
ci sia qualcos’altro, perché nell’istante in cui realizzo che lo fa solo per
quella cosa che chiamiamo Amore, beh, in quell’istante io mi perdo e mi sento
infinitamente piccolo. Si, piccolo di fronte alla grandezza dei suoi
sentimenti, alla sua tenacia nell’accettarmi così come sono, nel venirmi sempre
in aiuto ogni volta che vado oltre il limite. Sono infinitamente
irriconoscente, perché sono certo che non riuscirò mai a ripagare tutto questo.
E se Lei mi sostiene, mia figlia mi spinge. Mi spinge a studiare la sera
tutte le parole nuove che impara all’asilo. Mi spinge a superare la mia
chiusura. Mi spinge a darle l’esempio e a farle vedere che non c’è nulla di
male nella sua timidezza.
Mia figlia ogni sera non vuole sapere se è stata una brutta giornata o il
perché ho fatto tardi. Mia figlia vuole prendere per mano quel bambino di tre
anni che lei chiama papà e vuole
giocare con lui fino ad addormentarsi.
La scorsa settimana ho anche trovato questa:
Una canzone che mi avevano fatto ascoltare durante le prime lezioni di SFI. E’
tornata mentre ero in macchina e per alcuni minuti mi sono sentito felice.
Felice perché capivo il testo e le parole. Perché non mi sembrava vero di
essere in grado di ripetere, quasi a memoria, il ritornello.
Perché quando sai quanta fatica hai fatto, allora sai anche quanto grande è
la soddisfazione.
Ho trovato anche tante persone nuove che prima non conoscevo. Di tante
nazionalità, colori e costumi. Le ho ascoltate e loro hanno ascoltato me. Mi hanno
fatto riflettere e capire in quanti siamo a trovarci ora adesso su questa palla
blu. Ho trovato tanti punti di vista, che un poco alla volta hanno modificato
il mio.
Ma alla fine hai trovato
quello che cercavi? Non lo so!
Sicuramente ho cercato e ho trovato qualcosa, ma non so dirti se sia tutto.
Ho avuto alcune risposte. Tantissime domande ancora aspettano.
Di una cosa però sono certo: ho cercato! Nessuno mi ha costretto, nessuno me lo ha fatto fare.
Ho voluto, ho deciso, ho cercato.
Cosa ci sia dietro questa volontà a volte me lo domando ancora. Penso che
dietro alla mia volontà, ci sia solo altra volontà. Volontà di conoscere, di
capire, di cercare e scoprire.
Ecco ora, avrai sicuramente le idee più confuse e magari non avrai ricevuto
le informazioni che cercavi, ma ti rimane il tuo sogno. Indipendentemente da
dove tu voglia realizzarlo. Che sia Svezia, Italia o semplicemente il paesino
in cui abiti lo sai solo tu dove lo realizzerai. L'unico consiglio che ti do è
quello di informati il più possibile. Informati sulla Svezia e magari questo Blog non è il posto migliore in cui farlo anche perché, ti ricordo, è scritto da persone che abitano qui da
meno di due anni. Ci sono persone che la Svezia l’hanno vista cambiare nei
decenni, queste sono le porte che devi bussare se veramente ti interessa capire
cose succede da queste parti. Ma informati anche sul tuo paese, su quell’Italia
che vorresti lasciare per un po’. Ti assicuro che sotto a quello strato di
fango, che continuamente le viene gettato addosso, ti potrà riservare tante
sorprese. Il resto è solo dentro di te.
Ora si è fatto tardi e devo scappare.
In bocca al lupo.
Alessandro.
post accorato e interessante.
RispondiEliminauna cosa proprio non sono riuscito a capirla: perchè ve ne siete andati. insomma sostienei in modo molto deciso che non ti interessano le cose materiali perchè sono molto più importanti i valori degli affetti (mi sembra di avere capito questo).
opinione condivisibilissma, e allora perchè, mi chiedo? non era un motivo di necessità, quello che vi ha spinto. avevate il lavoro, i beni materiali primari (casa, ecc...), ma soprattutto avevate, come dici in questo post, gli affetti. perchè lasciare tutto?
questa cosa non l'ho capita e mi piacerebbe moltissimo poterlo fare.
saluti.
:-)
Credo davvero che questo sia uno dei post più belli nei blog "svedesi" che abbia mai letto fino ad ora, condivido pienamente quello che dici, ovvero che per capire bene la Svezia, come qualsiasi altro paese da "emigrante", non si possa fare altro che viverla. E se possibile anche viverla in diversi angoli e prospettive come ho un poco avuto la fortuna di provare.
RispondiEliminaE credo anche che il cinismo e realismo di Franco possano veramente fare aprire gli occhi a molti sognatori...
concordo con il pensiero di Paolo, è la prima volta che scrivo qua, ma vi seguo da tempo,è un bellissimo post.
RispondiEliminaIo sono onesto, mi sono mosso qua per la moglie (svedese) e perché benché condivida appieno il pensiero vostro sulla costruzione fittizia dei nostri bisogni materiali, vengo dalla "ricca" padania, e il possedere qualcosa non mi interessa particolarmente (dipende cosa, i libri ad esempio sono una necessità per me), però nonostante questo la scelta svedese è stata per un fatto economico, il mio lavoro in Italia non mi consentiva di sopravvivere, e chiedere ogni mese aiuto ai miei iniziava a pesarmi nonostante lavorassi 50-60H a settimana...
detto questo, bellissimo post davvero. Mi ci sono ritrovato appieno.