sabato 24 gennaio 2015

Italy the Extraordinary Commonplace

Gaio, dammi 'na mano, va?

In questi giorni mi è capitato di vedere questo…


Qui riporto anche quello che il Ministero ha scritto a commento del video su YouTube.

Il Vice Ministro Calenda ha mostrato in anteprima a Davos un video – che il Ministero e ICE hanno prodotto – per evidenziare i nostri punti di forza e sfatare alcuni dei principali luoghi comuni sull'Italia, cioè che il Made in Italy sia in grado di esprimere solo prodotti della moda e del design, oltre che naturalmente agroalimentari. Il video “ITALY THE EXTRAORDINARY COMMONPLACE” confuta gli stereotipi sull'Italia e la racconta dunque quale essa è, cioè un grande produttore di beni tecnologici, secondo esportatore europeo nel settore meccanica e automazione.


Secondo te come mi dovrei sentire? Ti do due opzioni:
         a) Fiero e orgoglioso?
         b) Incazzato come una bestia?

A dire il vero, potrei anche fare un ampio sfoggio di bipensiero così per mettere insieme le cose senza che la psicopolizia mi venga a cercare…

Te cosa dici?

martedì 20 gennaio 2015

Mi son rimaste solo queste parole.

Sai, sono mesi che penso a tutto quello che vorrei dirti oggi.

Ieri mi son seduto davanti allo schermo e, mentre si accendeva, mi son visto riflesso e… e non ce l’ho fatta più.

Ma cosa vuoi che ti dica, a te? A te che ogni volta che mi guardi negli occhi, arrivi là dove nemmeno io riesco più a scavare. Ci bastano gli occhi a noi!


Solo due cose son rimaste su questa pagina.

Voglio dirti che ogni tanto mi manchi, quello sì, ma non è tristezza anzi è forza.

E poi, ecco, un’altra cosa te la voglio dire:















TI VOGLIO BENE!







Alessandro

domenica 18 gennaio 2015

Rossana Motta su Italiani in Svezia

Rossana Motta ha scritto questo post sulla pagina Facebook del gruppo Italiani in Svezia.
La sua è una testimonianza di amore, un esempio di forza e determinazione.
Noi dobbiamo essere consapevolezza!

Ieri ho letto un link informativo messo a disposizione degli appartenenti a questo gruppo. Il link riguardava il sistema scolastico svedese ed ha attirato la mia attenzione per due motivi. Il primo è che per imparare il funzionamento di tale sistema (ben diverso da quello italiano) ho impiegato più o meno 4 mesi spesi tra colloqui con diversi funzionari del sistema e ricerche personali sul web con tutte le difficoltà che l'approccio alla nuova lingua ha comportato. Il secondo motivo per cui l'articolo mi ha incuriosita è che in nessuna delle sottovoci ho trovato qualche informazione riguardo all'inserimento scolastico dei bambini diversamente abili, e subito ho trovato nella mia testa la ragione, dunque sono ben lontana dal rivolgere un qualunque tipo di appunto o critica a chi ha postato il link.Il punto è che qui in Svezia il sistema scolastico per quanto riguarda i bambini con un qualunque tipo di dis-abilità è paradosso a mio modo di vedere, rasenta l'assurdo. Infatti come in tutti i Paesi Scandinavi e come anche negli Stati Uniti, in Svezia esiste la differenziazione tra scuola ordinaria e scuola speciale. Per accedere a quest'ultima il bambino deve avere una serie di requisiti derivati da specifiche indagini (indagine psicologica, valutazione medica, valutazione sociale e infine la diagnosi pedagogica). Detto questo, anche se il bambino/a con speciali esigenze ha tutte le carte in regola per accedere alla scuola speciale, il genitore rimane libero di decidere se iscrivere il proprio figlio/a alla scuola convenzionale. Al punto in cui il genitore manifesta al Dipartimento scolastico la sua volontà di inserire il figlio in una classe ordinaria per favorire la integrazione con i suoi coetanei, cominciano una serie di "spinte", colloqui informativi, telefonate... tutto un iter burocratico per cui anche se hai la certificazione e la diagnosi rilasciata da un paese europeo il genitore puo essere indotto a richiedere una ulteriore diagnosi in Svezia, e chiunque incontrera' nel suo cammino dirà la stessa cosa e cercherà di invogliare i familiari alla iscrizione nella scuola speciale. Anzi per i funzionari è normale che il genitore scelga la opzione più comoda , sì più comoda per il tanto "menzionato" sistema. Eh sì! È il sistema, il personale specializzato e competente si trova solo nelle scuole speciali, e per ogni nuova iscrizione la stessa scuola speciale riceve denaro... molto più di quanto avviene per la iscrizione di un bambino a sviluppo tipico. È vero che il denaro serve a mandare avanti la scuola, alimentando cosi una organizzazione ed un sistema scolastico che secondo il mio parere ( ma sono convinta che sia così), è un sistema sbagliato e marcio alla radice.Continuo esponendo cosa mi porta a scrivere delle frasi forti, che sono dettate dalla mia esperienza personale.Io sono una mamma single, ho un bimbo con diagnosi di Autismo dall'Italia, il mio bambino è molto sveglio ed intelligente, ha raggiunto un ottimo livello di comprensione, attenzione nelle situazioni di normale quotidianità in qualunque ambiente ci troviamo. Da quando è nato mi sono occupata da sola della sua crescita, educazione, negli ultimi due anni in Italia anche della terapia e istruzione (grazie alla homeschooling vietata invece in Svezia).In Italia mi occupavo anche della integrazione del mio bambino in gruppi di coetanei, seppur difficilmente (visto il livello di ignoranza generale sul tema in questione che purtroppo ancora oggi nel 2015 caratterizza uno degli ostacoli più duri per chi ha in famiglia una persona diversamente abile).Sono arrivata a Giugno con un lavoro come elevassistent nella stessa scuola dove sarebbe andato mio figlio, una scuola privata che alla fine dello stesso mese è stata chiusa dalla ispezione perché il Governo allora in carica ne aveva permesso la apertura e la aveva adeguatamente finanziata senza richiedere alcuna garanzia da parte di direttore e terapisti che erano sprovvisti di certificazioni valide per potere portare avanti una scuola per bimbi cosi delicati, e la scuola risultava irregolare anche sotto il profilo della assistenza sanitaria.Detto questo mi sono ritrovata senza scuola e lavoro allo stesso tempo e ho cominciato un iter burocratico per potere trovare una scuola idonea per il mio bambino e contemporaneamente un lavoro per me.In effetti quando mi fu proposto il lavoro come elevassistent nella scuola con mio figlio io mi chiesi come mai nessun titolo o certificazione specifica in materia di autismo fosse richiesta per accedere a tale ruolo.Finalmente dopo tanti mesi e incontri mi sono data delle risposte.L'elevassistent è una figura che corrisponde più o meno ad un "babysitter", che in alcuni casi potrebbe avere delle certificazioni o diplomi (ma credo siano casi rari) , ma comunque è il più delle volte senza alcuna specializzazione in insegnamento . Dunque ,per fare un paragone con il sistema italiano, è meno qualificato di un insegnante di sostegno nella scuola italiana, scuola da cui ho ritirato mio figlio, il quale veniva appartato dal resto della classe per la incapacità degli insegnanti di gestire il suo comportamento all'interno del gruppo.Dopo avere visitato una scuola speciale e dopo avere accuratamente studiato il funzionamento del sistema svedese, incontrando diversi esponenti della scuola, ho preso la decisione di iscrivere il mio bambino ad una scuola ordinaria , perché ritengo che solo entrando in relazione con dei suoi coetanei senza autismo o altri disturbi comportamentali, lo si possa abituare ad una interazione con il mondo che tutti noi chiamiamo il mondo "convenzionale".Nei mesi trascorsi tra le altre cose mi sono concentrata a notare l'atteggiamento delle persone , adulti e bambini, quando condividono uno spazio geografico con il mio bambino (in metro, in treno o al parco per esempio, ma anche per strada). Il più delle volte la gente nemmeno si accorge della "specialità" del mio bambino; altre volte invece mio figlio ride più del solito (in Sicilia diciamo che in questi casi ha la liscìa:) ), o fa dei vocalizzi ripetitivi , e davvero l'atteggiamento di bambini e forse ancor più degli adulti mi ha lasciata il più delle volte basita.Ciononostante sono arrivata a giustificarli e a comprendere la loro reazione di fronte ad una realtà diversa da quella tipica che è la sola ed unica che conoscono.E questo perché il sistema scolastico mai ha messo in condizione i bambini a sviluppo tipico di entrare in relazione nella propria classe con un bambino come il mio, e la logica conseguenza è un disorientamento del mondo adulto di fronte a circostanze ritenute anormali. Senza pensare (aggiungo con orgoglio) che potrebbe essere una risorsa anche per i bambini stessi e per i loro genitori rapportarsi con delle persone che il più delle volte sono dotate di una intelligenza e di abilità diverse, che hanno un modo di pensare e di comprendere diverso dal loro, e forse anche più costruttivo.Ovviamente questa integrazione in una scuola ordinaria sarebbe possibile solo qualora ci fosse una persona competente che conosca a fondo (a parte la tecnica adeguata) anche il modo di gestire in maniera creativa il comportamento di mio figlio all'interno di una classe di coetanei.La logica conseguenza della mancanza di competenza della elevassistent e del mio incaponimento a volere iscrivere il mio bambino in una scuola convenzionale sarebbe l'appartamento fuori dalla classe in un rapporto esclusivo a due (insegnante di sostegno e bambino) per evitare disagi generali, anziché come sarebbe certamente possibile e fattibile il regolare svolgimento delle ore di lezione insieme ai suoi compagni svolgendo le stesse attività degli altri.. Questo mi è stato esplicitamente detto da una handläggare (una delle tante che ho avuto occasione di incontrare finora) e secondo me è scandaloso!In attesa che si definisca la situazione e io possa avere una esperienza interna in un contesto scolastico, per cui ancora aspetto risposta, ho reso pubblica la mia esperienza cosi come suggeritomi da uno degli amministratori in risposta al mio commento. Probabilmente mi sono dilungata un po’, l'ho fatto perché un giorno in futuro forse potrebbe essere utile a qualche genitore che si trovi nella mia stessa "avventura", anche se credo ce ne siano pochi di casi come il mio (intendo di italiani con familiari diversamente abili trasferitisi in Svezia).Buona serata a tutti.