domenica 9 dicembre 2012

Sorseggiando Glögg

Questa settimana è andata così così. Tanta neve e tanto freddo. Siamo partiti con dei -18°C la scorsa Domenica e siamo a -17°C adesso. Non che abbiamo fatto tutta la settimana così ma diciamo che non abbiamo mai visto il segno “più” sul termometro. La neve è arrivata ed è stata abbondante: a Stoccolma più di 60cm in una giornata e anche dalle nostre parti non si è scherzato. Tutto bianco! Gli antichi del villaggio hanno già interrogato i Troll e si preannuncia un inverno nevoso tipo quello del 2009, alla faccia di quelli dello del servizio metrologico (SMHI) e ai loro modelli predittivi su larga scala. Ci sarà da spalare!


Questo è quello che mi aspetta tutte le mattine: e qui non va neanche male. Il problema non è la neve ma quel cm di ghiaccio vivo che avvolge la macchina. Spazzola e grattino, varje morgon, ma diciamo che dopo Arjeplog non mi spaventa più niente!


Comunque, ahimè la Bea si è ammalata. Povera stella, febbre e un po’ di bronchite. Adesso ormai siamo in fase calante, ma non è stata una passeggiata. Così abbiamo anche avuto modo di interagire con il servizio sanitario nazionale Svedese. Diciamo che non siamo rimasti sbalorditi ma temo ahimè ci sia un nostro concorso di colpa, in parte dovuto alla nostra inesperienza e in parte al nostro livello linguistico ancora abbastanza primitivo. Ad ogni modo non voglio esprimermi: è ancora troppo presto serve più tempo per avere una visione d’insieme. Per adesso ce la siamo cavata abbastanza bene e tutto sommato la Bea si sta riprendendo. Teniamo le dita incrociate. Il problema è che stando tutto il giorno con la mamma, i batteri hanno fatto presto a migrare. Risultato: mamma col mal di gola e con la congiuntivite. Qui mi trattengo dal postare ogni tipo di foto, ma questa mattina, quando si è svegliata per un attimo mi ha fatto paura, del tipo “il ritorno dei morti viventi”.

Dai stringiamo i denti, impacchi di camomilla, collirio, antibiotici, supposte per la febbre… se non altro sto diventando un esperto di ricette telematiche e farmacie (Apoteck).
Una settimana a casa ma non ci siamo persi granché, solo la festa di Natale all’asilo, il concerto del coro di Eskilstuna la notte di Santa Lucia, una festa con le amiche portoghesi dell’Ila (tra l’altro prima vera occasione per instaurare rapporti con altre famiglie) e un bellissimo fine settimana sulla neve con la Beatrice. Come si sul dire la fortuna è cieca ma la sfiga sfortuna ci vede benissimo!!
Ora faccio un appello: chiedo che qualcuno mi liberi da Simba! La Bea vuole vedere il Re Leone circa 5 volte al giorno. Noi, per adesso, abbiamo raggiunto un compromesso: solo una volta alla sera prima di andare a letto, ma sapete cosa vuol dire Akunamatata tutte le sere??? Me lo sogno anche la notte!!! Speriamo che per Natale arrivino altri film altrimenti non ci resta che trasferirci nella savana o aspettare che lo Zoo di Eskilstuna riapra.

Per quel che mi riguarda diciamo che non c’è molto da svagarsi. La mia dolce metà, presa dalla frustrazione (spero) mi ripete che io non sto male perché l’erba cattiva non muore. Va beh, io invece ho scoperto il Glögg, tipica bevanda natalizia dei paesi scandinavi (famosissima tranne al sottoscritto).


A dire il vero è parente stretto del nostro vin brûlé. Ce ne sono di diverse gradazioni (io mi sono limitato alla versione ICA – ovvero quella da supermercato con solo 2,5% Vol) e va servito caldo con varie spezie. Ora purtroppo vista la mia carenza cronica di tempo sono riuscito a trovare solo la ricetta proposta sul catalogo Ikea, ma non penso sia la più tradizionale in circolazione. Per questo mi rivolgo ai lettori italo-svedesi che da più tempo sorseggiano questa delizia se fossero così gentili da inviarmi qualcosa di più classico.
Per adesso godiamoci la neve, che tra l’altro sta scendendo anche in questo momento, e teniamo le dita incrociate per il rientro in Italia. Speriamo che essendoci già ammalati non ricapiti anche per Natale.

Prosit!

martedì 4 dicembre 2012

Incipit

Questo post è per un Amico, al quale non saprei parlare in altro modo che così.

In un piccolo prato di campagna c’era una formica laboriosa. Una piccola formica operaia che giorno dopo giorno raccoglieva le sue provviste aspettando l’inverno. La formica faceva il suo mestiere e lo faceva con tutta la forza e la dedizione di cui era capace. Era convinta di fare la cosa giusta, era sicura della sua ragione e che il suo impegno e la sua costanza l’avrebbero sempre premiata. Era sicura e fiera nel suo prato, certa nella sua via, fermamente decisa nel perseguire il suo cammino.
La formica era sola.
Ogni tanto qualche cicala provava a distrarla ma veniva scansata in malo modo dalla superbia della formica. La formica, pensava tra sé e sé che non aveva bisogno di nessun altro. La formica era nel suo prato e il suo prato era la sua sicurezza.
La formica non sapeva guardare né ascoltare.

Un giorno la formica, girando per il prato incontrò un’altra formica che per caso passava di lì. Si fermò e ne rimase incantata. L’altra iniziò a parlarle e a lei sembrò di sognare. Per quel giorno smise di raccogliere provviste e anche per quello successivo e per quello successivo ancora. Le due formiche stavano bene insieme ma presto la prima formica venne nuovamente presa dalla paura dell’inverno e dalla fobica ricerca di cibo, provviste e sicurezza. Iniziò di nuovo a correre tutto il giorno a perlustrare ogni angolo e cercò di convincere l’altra formica di seguirla perché lei sapeva cosa fare e lei non avrebbe mai dovuto temere nulla finché fossero stati insieme.

L’altra formica, che sapeva guardare e ascoltare, accettò di aiutarla e di seguirla sempre. Lei si dava da fare e non la lasciava mai. Nonostante le fosse ripetuto che non era abbastanza veloce, che non raccoglieva abbastanza provviste e che dovevano fare di più. Lei sopportava in silenzio, e osservava e aspettava. Lei vedeva con occhi diversi, lei sentiva col suo cuore. Lei la guardava correre e sudare e dentro di sé capiva che non ci sarebbe stato spazio per tanti altri momenti come quei primi giorni passati insieme. Talvolta avrebbe voluto tornare da dove era venuta, avrebbe voluto lasciare quel prato che poco a poco si era fatto sempre più piccolo. Ma poi chiudeva gli occhi e vedeva oltre e sognava.

Passò l’estate. Le cicale che avevano cantato per tutta l’estate se ne erano già andate e, avendo già capito come girava il mondo, avevano già lasciato da tempo quel prato e se ne erano andate alla ricerca di altre opportunità, le cicale se la cavano sempre! D’altra parte, si ripetevano: “Non c’è più sordo di chi non vuol sentire”. Le due formiche erano rimaste sole. La loro casa straripava di provviste tanto che a fatica riuscivano a starci dentro. L’inverno non era ancora arrivato ma già le formiche avevano iniziato a razionalizzare le provviste: “Non si sa mai se ci basteranno per tutto l’inverno, quindi è meglio se le usiamo con parsimonia”, diceva la prima. Ce n’era a sufficienza per sfamare un intero formicaio!!!

Venne l’inverno e l’ansia del freddo e delle difficoltà si fece sempre più forte. La formica smise di mangiare per paura di non avere abbastanza cibo. L’altra le stava accanto e osservava e aspettava.

L’inverno passò e ai primi raggi di primavera, la casa tracimava ancora di provviste. Non appena ci fu la possibilità la prima formica uscì e annusò il profumo dell’aria. Gli sembrò di avercela fatta e sorrise: per un attimo fu felice. Si sentì contenta e pensò di essere stata finalmente ripagata dei suoi sforzi. Quanto fatto le aveva permesso di passare l’inverno e questo la appagava e le dava sicurezza.

Quello stesso giorno iniziò, così, a raccogliere altre provviste. Quello stesso giorno uscì e cadde esanime senza potersi più rialzare. Aveva corso per tutta l’estate e per tutto l’inverno si era privata del cibo.
Incurante di sé stessa, aveva pensato a riempire la sua casa di cibo che poi non aveva mangiato, aveva pensato di garantire sicurezza all'altra formica e ora era lì stesa sul punto di andarsene. Cosa ne sarebbe stato ora dell’altra formica? A cosa gli sarebbe servito quel cibo?

L’altra formica allora uscì, la raccolse e la portò con sé. La nutrì incessantemente e non smise mai di parlare con lei. Non ci fu un giorno in cui le chiese spiegazioni o cercò di cambiarla. Semplicemente la guardava e le parlava. La formica aveva speso tutto il suo tempo alla ricerca delle sue sicurezze e aveva perso la sua estate, aveva perso sé stessa ma soprattutto avrebbe perso quanto di più stupendo gli fosse mai capitato in quel giardino.

Sì, capitato, nessuna spiegazione nessun motivo particolare. Semplicemente così. Quello che non era capitato però era la pazienza, la tenacia e la perseveranza dell’altra formica nell'aver visto oltre nell'aver accettato e nell'aver dato una nuova vita a un piccolo insetto che come lei aveva incontrato per caso.

Ora le due formiche vivono in un altro prato e non sanno come sarà l’inverno e cosa il destino ha riservato loro. Continuano a raccogliere le loro provviste. Lo fanno insieme. Ogni tanto si fermano e ascoltano le cicale cantare, si fanno una risata. Quando una corre l’altra rallenta. Quando una è stanca l’altra l’aiuta.
Il caso le ha unite, la loro forza le tiene insieme. Ci saranno altri inverni e altri prati. Forse le provviste non saranno sempre abbastanza ma se le faranno bastare. Le cicale ora ridono perché quelle formiche non fanno altro che faticare, ma le cicale ridono sempre, le cicale sanno solo vedere e non riescono a guardare.
Altri insetti, talvolta, passano a trovarle, a volte vogliono solo lasciare un saluto a volte vorrebbero capire qualcosa di più. Ma non c’è niente da capire, nessun esempio da seguire in due formiche che raccolgono le loro provviste.
Ognuno nasce come la natura ha deciso che debba vivere. Ognuno è frutto di una miriade di coincidenze che ne determinano passato presente e futuro. Quando pensiamo di essere nel giusto sopravvalutiamo noi stessi e non consideriamo le infinite combinazioni che ci hanno portato fin lì. Quando sbagliamo non prendiamoci troppo sul serio perché non abbiamo il potere di controllare nessun destino.
Siamo solo formiche nell'universo.

sabato 1 dicembre 2012

Un bianco dicembre!!


Dicembre! Il Natale è vicino e da oggi comincia il conto a rovescio per tornare in Italia!!

In quest’ultimo mese ho messo da parte ogni cosa extra o hobby ed ho dedicato ogni momento al mio svedese e, devo dire che ho portato a casa un ottimo risultato!!! Ebbene sì amici cari…ho finito l’SFI (scuola di svedese per immigrati). Ed in soli 4 mesi!!
E quindi in questo dicembre mi riposero un po’, pur continuando a studiare, siccome a gennaio riprenderò di nuovo gli studi. Mi dedicherò a studiare inglese e svedese come seconda lingua, e comincerò con un corso di matematica per poi proseguire con un corso amministrativo! Insomma anche il prossimo anno lo passerò sui libri!
Chi lo avrebbe mai detto?!? Dopo la maturità mi dissi che non avrei più voluto vedere un libro di scuola in vita mia, e invece….beh eccomi qua di nuovo sui banchi di scuola!

Ora finalmente sono molto contenta perché dopo ben 7 mesi che abitiamo qui in solitudine, finalmente ho conosciuto due ragazze “simili” al nostro modo di vivere con cui ho stretto amicizia!!  Una è del Portogallo e una del Brasile!
Insomma, finalmente grazie allo spirito che ho ritirato fuori come quando ero bambin,a non sono più sola soletta!! Diciamo che ho dovuto un po’ fare tipo quando ero in vacanza al mare da un’ora e adocchiavo qualche bimba con cui volevo giocare e mi avvicinavo con aria molto tranquilla dicendo :”ciao, vuoi essere mia amica?!?”
Una di queste ragazze ha una bimba dell’età della Bea e quindi abbiamo già organizzato una cena per la prossima settimana e, una “fika” (cioè pausa caffè) tra sole donne per la settimana dopo ancora!!
L’unico problema è: “ma che lingua parliamo?” Ora mi spiego meglio, noi tra ragazze parliamo sempre svedese, se non quando non riusciamo a capirci che allora, passiamo dapprima all’inglese e poi se proprio non ce la facciamo, con aria un po’ tentennante proviamo a dire a voce bassa una parola in italiano (da parte mia) o in portoghese (da parte loro) e alla fine ci saltiamo sempre fuori!!
Ma i rispettivi uomini non parlano svedese! Quindi immagino che tra di loro parleranno inglese!!
E per finire, con le bambine parliamo italiano e portoghese, perché sia Beatrice che Letizia capiscono svedese, ma come dire….nella propria lingua non possono far finta di non capire!!
Insomma, penso proprio che venerdì prossimo alla cena ci sarà da divertirsi!! Sembreremo pazzi forse!?!?

Ma oar arriviamo alla mia parte preferita: LA NEVE!!! Ebbene sì, finalmente è arrivata lei a dare un po’ di luce a questa buia e noiosa (d’inverno) Svezia!!




E’ tre giorni che nevica, ma la giusta quantità! Quel tanto da imbiancare tutto ma non le strade, dove c’è abbastanza traffico! Insomma è un sogno!
Da domani però basta neve. Arriva il sole, ma con lui arrivano i -11°/-13° circa!!! E questi continueranno per due o tre giorni, fino a quando verso martedì sera non si “riscalderà” un po’ e tornerà a nevicare con -6°/-8° per altri tre giorni!!

Oggi e domani ci sono i mercatini di Natale in centro nel quartiere “vecchio”. Oggi abbiamo fatto l’Albero ecc…e quindi abbiamo saltato, ma domani armati di pellicce di foca andremo in centro a piedi!!




E per finire, io sono sempre positiva e guardo il bicchiere mezzo pieno, perciò dico che tra 20 e dico 20 giorni saremo in Italia, dove non potremo festeggiare il Natale con la neve, ma saremo in dolce compagnia! Sappiate che ho intenzione di tornare qui a gennaio con il colesterolo alle stelle!!! Sono uscita dallo stress della scuola e comincio a rilassarmi e, mi si è quindi riaperto lo stomaco il quale sente tanta nostalgia di cappelletti, di lasagne, di rosette, di tigelle, di gnocco fritto, di salame, di mortadella e perché no, anche di un buon bicchierino di vino e nocino come era di tradizione a casa nostra la domenica!!!!!!
Quindi, mamma, suocera, e nonne state in forma in questi venti giorni, non ammalatevi e soprattutto producete!!!
Ah ecco, magari vi dovremo prepareremo un libricino/dizionario pronto all'uso perché ultimamente anche la mia piccola campionessa ci “sta dando di svedese”, tanto che a volte Alle mi guarda e attende che io traduca!!!

Questa volta non mi aspetteranno i +40° di quest’estate e quindi sono molto carica!!!!!

Un abbraccio e a presto!!!!!
Ilaria

sabato 24 novembre 2012

Ma il Cotta consegna anche in Svezia?!?


Va bene tutto ma le Tortilla Wraps EL TEQUITO inizio a non sopportarle più!!!

Noi, come tutti ben sanno, siamo una faglia molto tradizionalista. Anzi siamo al limite del fondamentalismo. Proprio per questo nonostante il nostro trasferimento non abbiamo abbandonato quelle che per noi sono più di semplici tradizioni. Possiamo definirle quasi regole di vita.
Una di queste è la piada del Sabato sera.
Fin dai primi giorni qui in Svezia abbiamo cercato in lungo e in largo qualcosa che potesse essere considerata una sorta di piadina e dopo una selezione accurata, abbiamo decretato che la meno peggio era la Tortilla Wraps di EL TEQUITO. 

Si proprio la meno peggio, perché questa più che una piada potremmo definirla un surrogato di piadina. Se mangiata ad una temperatura che rasenta l’ustione e ne inibisce il sapore, ecco, forse data la forma rotondeggiante e il colore paglierino, potrebbe anche sembrare una piadina. Ma poi, quando si raffredda e sprigiona quel suo retrogusto dolciastro (amido di mais, presumo), allora lì capisci dov’è la fregatura.

La LIDL, il nostro supermercato di fiducia, importa gentilmente salumi e formaggi italiani una volta al mese circa. Quindi la mozzarella l’abbiamo trovata, il crudo c’è, ma la piadina, la piadina quella no!
Ecco dunque che stasera, sarà perché oggi alle 15.20 iniziava già a imbrunire, sarà che alle 18:30 eravamo già pronti a cenare (cosa che io odio non amo particolarmente), sarà l’insieme di tanti altri fattori, ma oggi avrei tanto voluto mangiare una piada del Cotta!!!!
Da qui quindi il titolo del post: “Chissà se il Cotta consegna anche in Svezia?!”
Per chi non lo sapesse, il Cotta è il nostro fornitore ufficiale di piadine (oltre che un nostro amico). Facciamo anche un po’ di pubblicità che se la merita tutta.



Stasera mi accorgo che dopo svariati mesi lontano, non so cosa darei per una delle sue piade. Niente di sofisticato, una cotto e fontina o crudo e mozzarella…già forse anche vuota me la sbafferei in un attimo!

Bhe va bhe, inutile farsi del male. Speriamo solo che il Cotta sia aperto per tutto il periodo Natalizio così almeno avremo modo di rifarci un po’, altro che EL TEQUITO!!!

PS. La morale oggi è che anche le cose più scontate, ad un certo momento nella vita possono diventare insostituibili. Quindi prestate attenzione e date il peso che meritano anche alle cose che vi sembrano più insignificanti. Magari sono proprio quelle di cui un giorno sentirete la mancanza.

sabato 17 novembre 2012

Hon bakar

Ohi ohi, ci sono stante cose che  mi sono lasciato alle spalle ma ce n’è una che mi segue ovunque: il mio mal di stomaco. Quello proprio, di lasciarmi non ne vuole sapere anzi sembra affezionarsi ogni anno di più. E così oggi mi sono un po’ “trascinato”… bhe a volte penso che certa gente deve bere enormi quantità di alcool per ridursi in questo stato mentre io, senza dover danneggiare il mio fegato, in un attimo mi ritrovo in post-sbornia, senza aver nemmeno intravisto qualcosa che potesse somigliare ad una birra.

Cerco di sdrammatizzare, ormai sono rassegnato, ognuno ha le sue croci e io ho le mie, quindi cerchiamo di rialzarci dopo che la tempesta è passata. Quando ero piccolo mi ricordo ancora il bicchiere giallo di Biochetasi che mia madre mi preparava. Qui in Svezia, chissà che rimedi hanno, mi informerò anche se a giudicare dall’alimentazione locale il mal di stomaco è una patologia estremamente poco diffusa da queste parti.

Anche se con gran ritardo ci eravamo ripromessi di scrivere un paio di righe sul compleanno svedese della Bea. Ormai sono già passati più di dieci giorni ma non fa niente, pubblichiamo qualche foto per parenti e amici.

Come prima cosa ringraziamo i nonni che sono passati di qua e con i quali abbiamo fatto una bella festicciola. Poi un grazie a tutti i messaggi di auguri e ai regali che ci sono arrivati. Adesso abbiamo anche il PC ultimo grido i-CORE7 per la Bea, così forse questo resisterà un po’ più a lungo e l’immancabile bambola con tanto di passeggino.
(Comunicazione per lo zio: il podio prevede il Re Leone in testa, seguito a Toy Story e Robin Hood si aggiudica il bronzo…).

La Bea si è divertita molto e rispetto al primo compleanno ha capito molto meglio di cosa si trattasse. Ha visto la torta, spento le candeline e scartato i regali. Nel suo inconscio ora associa perfettamente tutto questo con un evento speciale e da ora in poi inizierà a trepidare ogni anno quando ci avvicineremo alla ricorrenza. Purtroppo non siamo riusciti a radunare l’allegra famiglia come per lo scorso compleanno, ma ci rifaremo a Natale. Dato che qui non abbiamo modo di dedicarci alla pazza vita abbiamo deciso di prolungare i festeggiamenti e di ripetere la festa anche domenica scorsa invitando il mio collega, Naveen, e la sua famiglia. Così la Bea ha potuto giocare un po’ con Alwin, suo figlio. Devo dire che l’idea dei palloncini in appartamento non è stata delle più azzeccate. Soprattutto perché alla Bea piace molto scoppiarli…


Ora qui spendo le mia ultime energie per un elogio ufficiale alla Signora, la Mia Signora. Io e la Bea compiamo gli anni ad una settimana di distanza l’uno dall’altro e l’Ila ci ha preparato delle torte speciali.


 A lavorare è stato un tripudio, specialmente quando ho svelato a tutti che non c’era burro nell’impasto.
Anche sul salato non si è scherzato… qui qualche foto per rendere l’idea. Ecco non siamo a livelli di Gualtiero Marchesi, ma noi ci sappiamo accontentare di quanto riusciamo a fare nel nostro piccolo.


Ho usato il plurale maiestatis, perché data la carenza di tempo (e di energie) che spesso ci affligge, ci siamo divisi i compiti. Hon backar (lei impasta o più in generale cucina) mentre io mi occupo di Terremoto e in fase finale di lavare gli attrezzi. Quindi una parte del risultato è anche merito mio. Anche perché nessuno può immaginare cosa è in grado di fare la Bea con un sacchetto di farina e tenerla lontana dalla cucina quando la mamma sta lavorando è impresa non da poco.

Comunque nel nostro piccolo siamo riusciti a festeggiare e speriamo che queste poche righe/foto vi abbiamo resto partecipi di qualche nostro momento. La Svezia per il momento continua a rimanere la cornice delle nostre giornate. Non ci soffermiamo più di tanto su usi e costumi perché come abbiamo sempre detto questo è lo spazio che lega noi alle nostre famiglie e ai nostri amici. Ovviamente, chiunque fosse interessato non ha che da chiedere: saremo più che contenti di rispondere. Ma tutto sommato la nostra Formica continua a crescere e non tutti possono quotidianamente viverne i suoi cambiamenti, quindi spesso e volentieri a lei vanno i nostri pensieri ogni volta che scriviamo alcune pagine. AUGURI STELLA!!!

lunedì 29 ottobre 2012

Födelsedag

Dunque ringrazio da qui visto che questa sta diventando per me, anzi per noi, una seconda casa, seppur virtuale.
Vado in ordine sparso dato che la mia lucidità mentale tende ad esaurirsi. Oggi giornata di quelle belle toste. Giusto per dare un idea del mio stato, mentre faccio per accedere a Blogger vedo sulla home page di Google questo doodle:


dentro di me penso: “ Mo vhè oggi c’è qualche ricorrenza particolare…!!!” poi passo il mouse sulla scritta ed esce il mio nome. Impiego circa dieci secondi per connettere e poi capisco e mi sento un emerito idiota. Maledetto marketing, prima ti illude e poi ti lascia con un pugno di mosche in mano!!!
Comunque prima di stramazzare al suolo vorrei contraccambiare gli auguri di questo mio primo compleanno da esule immigrato fuor di patria (per l’appunto födelsedag).
Dunque rispondo in ordine sparso a cugini, amici colleghi, parenti e chi più ne ha ne metta. Qui in Svezia è arrivato il freddo. Temperature sotto zero durante la notte e sui cinque gradi di giorno. La neve è attesa a breve quindi è ora di montare le gomme chiodate .
Qui le giornate sono molto piene e quindi non sempre si ha il tempo di rispondere a tutti.
Ci nutriamo solo di renna e salmone e vestiamo con pelli d’orso…seeeeee!!!
Tutto a posto, tutto civilizzato, tutto da ricominciare. A volte sentiamo la mancanza delle persone e a volte cerchiamo di tenerle vicine scrivendo un po’.
Si, si gli anni passano ma tutto sommato continuo a non rendermene conto. A tutti quelli che hanno scritto Vecchio vorrei dire che prima di esibirsi in queste perle di saggezza vorrei far notare che io mantengo ancora intatto il mio cuoio capelluto mentre in molti altri casi la stempiatura sta diventando un tutt’uno con la pelata. Quindi occhio a fare i furbi!!!
Va bhe volevo ringraziare tutti e dire che mi ha fatto piacere da quassù ricevere tanti messaggi. Ci vediamo presto.

Hejdå.