domenica 8 settembre 2013

Finalmente Settembre!!!

Siamo in pieno global warming (riscaldamento globale) e qui la cosa si sta facendo seria. Ieri i miei colleghi erano tutti alle prese nel rivisitare i loro ricordi alla ricerca di una prima settimana di Settembre così calda. Non abbiamo avuto una goccia di pioggia, cielo sempre sereno e il termometro tranquillo ad accarezzare i 20ºC. La mattina in biciletta basta la giacca estiva e alla sera nemmeno quella. Insomma qui dibattono sul fatto che se questi sono gli effetti del riscaldamento globale, allora non è poi così male. Io non sono dello stesso parere, ma questa è un'altra storia.


Ad ogni modo oggi, dopo pranzo, siamo andati al mercato contadino di Torshälla, che è a un tiro di scoppio da Eskilstuna, il paese del dio Thor: sapete quello col martello che zampilla fulmini, amico di Odino e di tutti gli altri del Valhalla...



Siamo andati ovviamente in bici e manco a dirlo un caldo da non credere. La fila davanti al chiosco dei gelati raggiungeva le 30 persone e tutti in giro in braga corta. Il märknad di Torshälla dura due giorni e nel mio cuore prova un po' a sostituire il vuoto lasciato dalla mancanza della Sagra di Fontana, il nostro paesino di origine.
La cosa bella è che lo scorso anno eravamo andati a fare un giro, ma c'era così freddo che dopo una mezz'ora ce ne siamo ritornati a casa. Addirittura l'Ilaria era rimasta così impressionata dal freddo che si ricordava che ci fossimo andati verso Natale (ovviamente si sbaglia, ma io manco ci provo piú a insistere).
Oggi invece tutta un'altra storia. Bancarelle piene di verdure e prodotti tipici, tanti korv och bröd e tanta gente con le guance arrossate dal caldo. 


Abbiamo fatto un bel giro e la Bea, col suo sorrisone e il suo svedese impeccabile, è riuscita a rimediare un palloncino e due spazzolini allo stand della prevenzione dentale.
Ad ogni modo, dopo una bella passeggiata, un saluto alla statua del dio munito di martello, avevamo così caldo che abbiamo deciso di andare alla ricerca di un badplats sul Mälaren. 


Ci siamo quindi avventurati tra i sali e scendi della ciclabile, costeggiando il canale di navigazione e addentrandoci dentro boschi spelacchiati. Ora, dovete sapere, che la Bea cresce, come crescono tutti i bambini. E dovete anche sapere che purtroppo il suo seggiolino non si monta sulla mia bici sgangherata. Quindi, ben presto, la zavorra ha iniziato a farsi sentire. Accaldata e affaticata, la mia Signora, ha iniziato a dubitare delle mie doti di navigazione e orientamento. Alla fatidica frase: io adesso torno indietro, ho dovuto metter mano al mio repertorio e giocarmi il mio unico asso nella manica, quello con cui l'ho conquistata. 
L'ho guardata e le ho detto: Amo, non ti preoccupare, fidati di me!
Io continuo a illudermi che funzioni ancora, ma, ormai, la mia Signora mi conosce bene e in men che non si dica ha girato la bici e ha ripreso la via per Eskilstuna. Poco male, anzi meglio così. Io non lascio mai niente a metà, quindi per stavolta non ho raggiunto il Mälaren di Torshälla, ma presto ci riproverò e sarò molto più determinato.

Sulla via del ritorno siamo passati davanti a tante casette con la siepe bassa tutta intorno e qualche albero di melo in giardino. Le piccole mele hanno un bel colore rosso e iniziano a cadere sui prati rasati. Mi è tornata in mente cos'era Settembre a casa. Quelle settimane di qualche anno fa…

In questi giorni le ultime cassette di Abate venivano messe sul rimorchio e la raccolta delle pere volgeva al termine. A Luglio avevamo iniziato con il Santa Maria, pera precoce e buona solo per succhi di frutta. Poi c'era il William bianco, a Ferragosto il William rosso, e poi il Decana, la Conference e infine l'Abate. 


La Piccola (FIAT R211) scandiva il tempo con gli scoppi irregolari del suo bicilindrico e certi filari sembravano non finire mai. 


Sorrido adesso, quando nei supermercati svedesi, trovo sempre e solo la Conference. Una qualità di pere tra le meno apprezzate...rido quando penso che io e mio cugino non sapevamo se raccogliere a parte quell'unico filare di Conference che c'era o se metterlo direttamente tra lo scarto del Decana. Il famoso sadismo del destiono.
Sorrido sempre quando ripenso alla radio che non funzionava mai e all'ombrellone montato sul carro della frutta.

Non facevi in tempo a tirar su i pír ed la casca, che già il carro della vendemmia era pronto con le asce di legno da spostare ogni volta e il telo verde che poco a poco si tingeva di rosso. 


L'Ancellotta non vedeva l'ora di andare in cantina per farsi bella con la sua gradazione. Il Salamino, il Grasparossa e il Marani, aspettavano il loro turno con quei grappoli lunghi e sgranati. Le mele un po' più in là se la ridevano di gusto, tanto loro sarebbero rimaste sulle piante fino alla fine di Settembre e magari avrebbero visto anche la prima decade di Ottobre.

A volte mi tornano in mente quelle giornate, mi ricordo il sapore delle pere addentate acerbe. Mi ricordo l'odore del mosto appiccicato sulle braccia e il profumo della rugiada alle otto del mattino in campagna.
Non lo dico spesso, ma a volte tutto questo mi manca. Mi manca il sapore dell'Abate e il gusto frizzante del Lambrusco. Qui non riesco a trovarli, ma non è questione di Svezia. È questione che tutto questo non c'è più. Non ci sono più quei filari, quelle cassette, quei vigneti. E le persone che con me si graffiavano le mani tra i rami delle piante...di loro ho perso un po' le tracce. La Piccola intanto, se ne sta in silenzio a godersi il suo riposo.


A volte ci sono delle cose così minuscole che in un attimo diventano infinite. Un mondo intero, tanti ricordi, tante sensazioni. Mi capita di raccogliere una pera dal cesto della frutta al supermercato e questa diventa pesante come una macigno, e mi devo fermare e mi perdo in sensazioni che il tempo non sbiadisce.

Il potere dei ricordi arriva d’un tratto come un pugno nello stomaco; sembra accarezzarti, in principio, ma poi ti stringe e ti fa mancare il respiro. Perché quegli odori, quei sapori, quei gesti sono ancora tutti lì. Ti sembra di poter allungare una mano e di poterli afferrare, ma poi capisci che si allontanano come il vento. Che le tue mani accarezzano l’aria e che tutto quello è un posto che esiste solo dentro di te.







Giusto per concludere ci lasciamo andare a un OT (off topic, un fuori tema). Un Settembre di una trentina di anni fa, due ventenni decisero di darsi la mano, di entrare in un chiesolino e di promettersi che quelle mani avrebbero continuato a stringersi fino a quando il loro respiro li avesse accompagnati. Se oggi sono qui a raccontarlo è anche frutto di quel giorno. 
Auguri, Nonni!

8 commenti:

  1. Corro subito ai ripari. L’ultima volta che ho scritto che sentivo la mancanza di qualcosa (veder qui), ho ricevuto una fornitura industriale di piadine. Ringrazio infinitamente del pensiero, ma vi prego di cogliere il senso e non la forma.
    Quindi niente casse di pere o bottiglie di Lambrusco inviate dell’Italia. Il vino si può ordinare tranquillamente al System e di frutta ne abbiamo altra in abbondanza.
    Seguiranno altre spiegazioni sul senso dei ricordi.

    Alessandro

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  2. Se fanno ancora +20°C mi sa che i Sami che organizzano le prove invernali sui laghi ghiacciati di Arjeplot quest'anno faranno la fame :-(

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    1. Non temere caro IL_Tenero avrai tutto il ghiaccio che ti serve quando verrai a fare le tue prove in terra scandinava.

      Te lo posso assicurare!!

      Alessandro

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  3. mi sembri mio nonno in fase nostalgia!!! dai Alleeeeeeeee.... però gran poeta! bacio a tutto il formicaio, Lelebi

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    1. Io sono nato vecchio, cosa ci vuoi fare?!
      Sai che bello, però, se dovessi ringiovanire con il passare del tempo....
      mmmm, mi sa che qui la cosa può solo peggiorare!

      Alessandro

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  4. Ti sei scordato il mio motto durante la raccolta delle pere, vediamo se te lo ricordi....

    tuo cugino orgoglioblu.

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  5. Vediamo se ci prendo... ne ricordo più di uno. Quello più ricorrente era: "sêt sad'go da dir? Ch'a me am pies l'averta".
    Poi ce n'era anche uno sulla "minestra" ma questo è meglio lasciarlo da parte...

    Cioa Orgoglioblu

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  6. ok quello della minestra , ma quello piu citato durante la raccolta del william e capirai il perchè .. era "poca frasca e tutta seconda"

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