L’altro giorno stavo parlando con alcuni
colleghi: si discuteva di globalizzazione.
Io facevo la parte del radical chic (il no-global col culo
degli altri), e loro facevano quelli un po’ più razionali e meno chic. Io ovviamente giù a
testa bassa contro le criticità di un sistema che, a mio modo, genera solo squilibri; loro, invece, mi facevano notare anche qualche aspetto positivo.
Banane, kiwi, ananas, arance, avocado,
etc.. Eh sì, perché prima della famosea globalizzazione questa roba qua era
considerata un vero e proprio lusso nel Regno delle Tre Corone (e non solo). La frutta in generale e quella esotica in
particolare la si vedeva solo nei paesi di origine e tutto aveva il gusto della
vacanza e della straordinarietà. Oggi, invece, in quasi tutti i supermercati
svedesi, come quelli italiani, francesi, inglesi e… globali (ecco infatti si chiama
globalizzazione così che uno non debba far sempre tutta la lista), si trova ovunque tutta la frutta che si vuole e quando si vuole. Poco importa se io qui
compro i kiwi del Ferrarese e alla Coop Estense ci sono quelli neozelandesi. E
cosa vuoi che sia se ieri alla Willis ho preso due retine di Tarocco siciliane,
mentre magari in meridione si mangiano quelle marocchine?! Non stiamo sempre a
far la punta al capello.
Per i miei colleghi la globalizzazione è
un gran bene, perché con la generazione dei loro padri hanno finalmente finito
di mangiare sempre e solo patate (ho riportato le parole testuali). Io, che sono un dito al
culo un po' puntiglioso a volte, gli ho anche fatto notare che negli ultimi vent'anni oltre
alla banane del Sud America, hanno anche iniziato a bere un sacco di latte
tedesco o a mangiare un botto di carne danese, per cui tanti e tanti allevatori
sono finiti col culo per terra in braghe di tela, ma così è la vita: il
magico mondo della concorrenza globale.
Ad ogni modo, tutta sta manfrina per
spiegarvi cosa ho pensato oggi quando stavo riordinando la borsa della spesa e mi è venuta fuori questa foto:
L’ho intitolata … tutta la mia ipocrisia.
Ecco, per chi non l’avesse capito, svelato
l’arcano del perché la classica Italian
Family Breakfast (ho scritto in inglese perché in italiano non suonava bene:
colazione italiana in famiglia, colazione famigliare italiana, colazione
famigliare all'italiana… va beh s’è capito) è il simbolo del mio essere
no-global col culo degli altri. Se non è ipocrisia questa?!?!
Perché quando poi tocca a me fare il
puritano, le patate non le mangio!!!
O meglio quando tocca a me, mi faccio il
caffè della Lavazza e con la Bea ci mangiamo i Pan di Stelle, che ogni volta
che li metto in tavola al mattino mi si scalda il cuore.
Probabilmente se non ci fosse la
globalizzazione la mia bella colazione all'italiana me la sognerei e non
riuscirei a trasmettere a mia figlia i profumi e i sapori che sono stati i miei
quando ero bambino (e anche un po' meno bambino).
Quindi? Quindi non lo so! Io la quadra non
l’ho ancora trovata, ma mi capita spesso di pensarci.
Poi, poi c’è la cosa più importante che mi
è venuta in mente oggi. Mi è passata per la testa, sempre guardando la foto
sopra.
Quando l’ho vista lì immortalata mi è
scesa una lacrimuccia di felicità nel pensare alla mia moca (o moka?!?).
L’abbiamo presa quando ci siamo sposati e ogni giorno ci ha sempre regalato
grandi soddisfazioni. Qualche volta sono stato molto maldestro, specialmente quando
l’ho lasciata sul fornello per una mezz'ora buona, dopo che mi ero scordato di
versagli dentro l’acqua (ed è capitato più di una volta). Poi anche lei si è dovuta adattare a tutta un’altra
vita: acqua diversa, tipi di caffè diversi, fornelli ad induzione invece che la
calda fiamma del gas… sì insomma anche per lei non è stato sempre facile, ma è
sempre lì che non perde una goccia e che tutte le mattine ci riempie la cucina
di profumo e gioia, un po’ come Lei: la mia Signora.
Eh sì (come sola la Bea sa dire), sì la
mia Signora è un po’ come la moca anche se gli ordini di grandezza non sono paragonabili. Lei ci riempie le giornate col suo profumo e la sua gioia e, anche se
ogni tanto non le dedico le attenzioni che dovrebbe (un po’ come quando mi
scordo l’acqua), Lei diventa tutta rossa e incandescente ma poi si raffredda e
continua sempre a dare quel gusto speciale alla nostra vita.
Auguri (global) di buona Pasqua.