martedì 26 marzo 2013

Bilprovningen - la revisione dell'animo


E così abbiamo superato i 10.000 accessi al blog, segno che il tempo passa e che nonostante noi non riusciamo a scrivere granché, c’è sempre qualcuno che viene a trovarci.

Nessuna grossa novità… anzi no di novità ce ne sono di stupefacenti ogni giorno nel vedere la nostra formica che ci cresce sotto agli occhi. Di stupefacente c’è il fatto che forse un altro equilibrio abbiamo trovato ed è già tempo per farlo traballare di nuovo.

Mi ero ripromesso di lasciare certi pensieri un attimo da parte, meno filosofia e più fiction. Avevo già pronto l’argomento “non-impegnato” della giornata. Avrei voluto parlarvi di come funziona il Bilprovningen, ovvero il centro revisioni autoveicoli della Svezia, ma poi non c’è l’ho fatta. Se proprio ci tenete qui trovate tutti i riferimenti che meglio delle mie parole vi descriveranno tutto per filo e per segno (www.bilprovningen.se).
Avrei anche voluto spendere due parole di come entrando in un officina revisioni si possa sperimentare cosa sia la reale parità dei sessi e di come l’informatizzazione possa abbattere barriere, costi e tempi invece di fare esattamente l’opposto. 

Ma poi, poi la Bea stava giocando da sola mentre io scrivevo e la mia Signora stava studiando. In quell’istante ho di nuovo ricordato quanto sia importante il tempo e quanto sia fondamentale la capacità di investirlo in ciò che realmente ci dovrebbe rendere uomini. Sicuramente, starà borbottando un nostro lettore fisso, il tempo ce lo abbiamo gratis - dirà - ci è stato regalato! Verissimo, ma sta a noi proteggerlo, custodirlo e regalarlo a chi a sua volta lo saprà vivere al meglio.
Quindi, niente Bilprovningen, c’è un’altra cosa che ho incrociato oggi e che mi ha attraversato e tolto il fiato.

Forse è meglio che anche il vostro tempo, quello che decidete di passare qui, riceva in cambio non sempre la solita fiction ma anche un po’ di realtà.

Sono passati tredici anni da quando quello che leggerete in fondo lo dovevo studiare sui banchi di scuola. Allora ne intuivo il senso ma non riuscivo a distinguere bene le sfumature. Poi tutto questo è stato sepolto sotto il peso di mille altre cose, ma là in fondo un sedimento è rimasto e adesso quel sedimento si è fatto fondamenta. A voi un pezzo di eternità, quello che più di 2000 anni fa era già palese ed evidente tanto da sembrare banale e che oggi riecheggia con forza dirompente. Fate proprie queste parole, c’è tanta (troppa) attualità dentro.


(...) Infine l'avidità e la cieca brama di onori,
che forzano i miseri uomini a oltrepassare i confini
del giusto, e talora, come compagni e ministri di delitti,
adoprarsi notte e giorno con soverchiante fatica
per assorgere a somma potenza - queste piaghe della vita,
in gran parte è il timore della morte che le nutre.
Infatti comunemente il vergognoso disprezzo e l'amara
povertà paiono remoti da una vita dolce e stabile,
e quasi già sostare davanti alle porte della morte;
e gli uomini, mentre costretti da fallace terrore vorrebbero
essere già fuggiti lontano da essi e lontano averli scacciati,
col sangue dei concittadini ingrossano le proprie sostanze
e avidi raddoppiano le ricchezze, accumulando strage su strage;
crudeli si rallegrano del triste funerale di un fratello
e per le mense dei consanguinei provano odio e terrore.
In simile maniera, nascendo dallo stesso timore, spesso
li macera l'invidia che alla vista di tutti colui sia potente,
attragga gli sguardi colui che incede con splendido onore,
mentre essi si lamentano di voltolarsi nelle tenebre e nel fango.
Alcuni periscono per brama di statue e di rinomanza;
e spesso a tal segno per paura della morte prende
gli uomini odio della vita e della vista della luce,
che si danno con petto angosciato la morte,
dimenticando che la fonte degli affanni è questo timore,
questo fa strazio del senso d'onore, questo rompe i vincoli
dell'amicizia - e insomma induce a sovvertire la pietà.
Già spesso infatti gli uomini tradirono la patria
e i cari genitori, cercando di evitare le regioni acherontee.
Difatti, come i fanciulli trepidano e tutto temono
nelle cieche tenebre, così noi nella luce talora abbiamo paura
di cose che per nulla son da temere più di quelle che i fanciulli
nelle tenebre paventano e immaginano prossime ad avvenire. (...)

4 commenti:

  1. Il "tempo" è importante, mi piace però una definizione orientale che dice: "perdere tempo non è una perdita di tempo, ma un bun modo di impiegare il tempo". E' necessario prendersi delle pause, staccare per evitare che il "motore" si surriscaldi.

    La revisione suggerita da Lucrezio ci deve aiutare a gioire di quello che abbiamo e siamo, non rincorrendo continuamente il nostro orgoglio e l'ansia del successo a qualsiasi prezzo.

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    1. Anonimo, anche no.
      Primo a me il detto orientale non è che vada proprio a genio e nemmeno l’idea del take-it-easy. Scusa sai Anonimo, la lettura che tu hai dato di Lucrezio non calza esattamente con il messaggio che volevo far arrivare e non penso nemmeno con il pensiero che lo stesso autore ci ha consegnato, almeno per quel che lo conosco io.
      Non amo in particolar modo ritornare su quanto ho scritto, Anonimo, ma il senso è che stiamo correndo dalla parte sbagliata! Bisogna correre, sì, ma verso qualcosa che ci renda uomini e non schiavi. No pause, né soste né riposini. Dobbiamo cercare con tutta la nostra forza il senso, tutto il resto è superfluo. E questa ricerca deve essere cardine del nostro stare.
      La rincorsa a modelli pre-confezionati (in questo caso il denaro e la gloria) che ci rendono schiavi e non liberi è quello che Lucrezio cerca di descrivere.

      Infine l'avidità e la cieca brama di onori,
      che forzano i miseri uomini a oltrepassare i confini
      del giusto, e talora, come compagni e ministri di delitti,
      adoprarsi notte e giorno con soverchiante fatica
      per assorgere a somma potenza - queste piaghe della vita,
      in gran parte è il timore della morte che le nutre.


      Caro Anonimo, proviamo con questo salto pindarico, con un paio di pillole.

      Ecco, vedi Anonimo, mi sarebbe piaciuto chiamarti per nome e sapere chi viene a trovarci e vuole fare quattro chiacchere, ma così finirai tra i tanti altri Omo-nimo.

      A presto.

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  2. L'anonimo non era voluto, è per inesperienza.

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  3. Alle io penso che questo poema sia un'opera d'arte e come tutte le opere d'arte non avrà mai un solo significato e una sola interpretazione, è questo che ne determina la grandezza.. La differenza tra lo studio ai tempi della scuola e lo studio spontaneo nell'età adulta sta nella libertà di trovarci il senso che preferiamo,che troviamo dentro di noi senza nessun professore che ci insegni. Per cui è molto bello da parte tua regalarci uno spunto simile (erano secoli che non leggevo Lucrezio!!) e la tua visione personale,ma non imporla! Megghi

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