lunedì 1 aprile 2013

NO, faccio io!

Mi ricordo che quella mattina era nevicato, fuori c'era un velo bianco e il cielo era grigio. Io avevo dormito poco e sentivo una strana sensazione. Ero contento perché sapevo che sarebbero arrivate, ma allo stesso tempo avevo mille dubbi su quello che ci avrebbe aspettato da lì in vanti (ricordate?)

Un anno fa le mie donne erano sulla scaletta di un aeroplano con destinazione Skavsta. Una nuova avventura pronta ad attenderle e un marito e un padre ansioso di rivederle all'aeroporto. Un anno fa quando la famiglia si è riunita nel suo nuovo nido e siamo ripartiti di nuovo.

Cari voi tutti, a voi oggi i nostri più sinceri auguri di Pasqua e un abbraccio sentito da quassù. Eh sì, quando arrivano certe feste, che di solito si passavano tutti insieme in faglia, viene un po' di nostalgia. Ma non vi preoccupate, siete sempre nei nostri pensieri e cerchiamo di tenerci informati su quanto avviene laggiù. Voi non smettete di farci sentire il vostro appoggio che spesso ci aiuta a superare qualche ostacolo.

Un pensiero speciale ai nonni: continuate così, sappiamo che non è sempre facile ma tenete duro!

Adesso però cerchiamo di non scoraggiarci troppo, anche perché come dice la mia Signora, di pessimista ci son già io (riferito al sottoscritto) ed è meglio che il numero degli iscritti al club non aumenti, per adesso.

Noi intanto, per ovviare alla malinconia e in attesa dei primi giorni di primavera, abbiamo deciso di fare una gita fuori porta, in ottemperanza alle tradizioni italiane: Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Ecco noi non è che avessimo molta scelta sul "chi vuoi", ma almeno sulla destinazione sì. Per questo abbiamo deciso di visitare una città non molto lontana da Eskilstuna:  Örebro.

Foto di repertorio, le nostre seguiranno poi...
I motivi sono perché la distanza in macchina è poco meno di un'ora da casa, la città ha diverse attrazioni storiche culturali (tra cui un bel castello medievale) e soprattutto c'è un parco acquatico famoso in tutta la Svezia: Gustavsvik. Il programma prevedeva due notti e due giorni lontano da casa con tanto divertimento (per la Bea) e riposo per i genitori (noi).

Qualcosa deve essere andato storto o forse ogni volta che noi facciamo un piano, questo viene costantemente cestinato. Dunque la partenza non è stata male. Arrivati puntuali con un bel sole, temperature umane intorno ai -2°C circa e un numero limitato di bagagli. Tutto sembrava volgere al meglio anche il virus che la Bea aveva preso in settimana sembrava essersene andato, ma mai dire mai...

Arrivati a Örebro, dato che la camera era libera solo nel pomeriggio, pensiamo di mangiare qualcosa di veloce: ecco la prima dose di cipolla cruda (noi non siamo dei  grandi amanti del genere) e i primi capricci della Bea per svestirla e rivestirla. Per fortuna che convincerla a visitare il castello non è stato impossibile. La visita guidata, mezza in svedese e mezza in inglese, non ha entusiasmato. Il pragmatismo svedese non smette di stupirci in bene e in male. Per far fronte ai costi di ristrutturazione e mantenimento dal castello, l'amministrazione locale ha pensato di trasformale buona parte della dimora in sale per conferenze e convegni. Quindi è tutto un susseguirsi di tavoli, sedie e aree ristoro/caffè. Gli interni si ripetono con un bianco tinta unita per tutte le sale e alcuni accorgimenti che farebbero vacillare anche i meno eruditi dei nostri esperti delle belle arti. Ahimè un po' deludente. La guida si affretta a dirci che il sindaco della città percepisce uno stipendio relativamente basso perché tra i suoi benefit ha la possibilità di alloggiare in un appartamento all'interno del castello. Sfortunatamente tutti i dipinti e gli arredi di pregio sono stati rimossi dalle sale per le conferenze (che sono quelle oggetto di visita!) a parte due bauli in bronzo originali, che servivano per la riscossione della tasse (skatten), e qui chi vuole intendere, intenda.

Grazie al tempo buono abbiamo fatto una passeggiata lungo il fiume e poi quando l’indomabile ha raggiunto il livello di saturazione, siamo entrati in albergo.

Sfortunatamente Paolo’s, ristorante italiano tipico proprio sotto l’albergo, ha pensato di approfittare del ponte pasquale e quindi stang (chiuso). 


So che penserete che siamo proprio degli italianotti provinciali che vanno a mangiare nei ristoranti italiani all'estero, ma vedete, noi è da più di un anno che mangiamo cibo svedese e ci avrebbe fatto piacere riassaporare qualche prelibatezza della nostra patria, almeno per Pasqua. Ahimè abbiamo ovviato con la cucina tipica svedese e anche qui zuppa con erba cipollina, salmone ai ferri con anelli di cipolla e un filetto di manzo su letto di cipolla cotta. Tutto buonissimo, anche se un tantino fuori ordinanza per noi. Come al solito niente vino, e qui le occhiate di disprezzo si sprecano e la Bea alle prese con i calici e l’ampolla dell’acqua (nuove scoperte della serata).

Al rientro in albergo, prima che l’alcool scandinavo iniziasse a scorrere come tutti i  sabato svedesi e lasciasse spazio a spettacoli non sempre piacevolissimi (su questo discorso forse sarà meglio tornare con un post specifico, magari prendendola sul ridere perché altrimenti ci sarebbe veramente da piangere), la Bea purtroppo ha una ricaduta e qualche fitta alla pancia di troppo.
Il nostro bel piano viene cestinato con la stessa velocità con cui le sfiliamo il pannolino!!!

La notte è passata comunque tranquillamente, tra schiamazzi di ubriachi a caccia di streghe (qui se volete approfondire) e un leggero retrogusto di cipolla nel palato.


La Pasqua inizia con un'ora in meno di sonno, il sole alto e una colazione a base di waffel.

Ahimè Gustasvik… sarà per la prossima volta.

Il piano B prevede la ricerca di qualcosa di leggero da mangiare per la Bea e un giro in città. Mentre a casa in Italia le rispettive famiglie si gustano lasagne, rosette, cappelletti e uova di cioccolato, l’allegra famiglia si raduna attorno al tavolino della stanza d’albergo (60 cm di diametro) con un paio di panini e un due fette di cotto. Acqua ovviamente liscia. Indimenticabile la felicità della Bea nel poter passare direttamente dal tavolo al letto in un sol salto.

Poco male, complice il tempo ottimo, ne abbiamo approfittato per visitare meglio Örebro i sui parchi, la città vecchia e le zone lungo il fiume. Ecco avete presente Eskilstuna, qui tutta un’altra cosa!

Ora si l’ho fatta troppo lunga ma dovrò ben spiegarvi il perché del titolo. Avete presente qui due poveri illusi (genitori) che pensavano a un paio di giorni rilassanti e divertenti, beh hanno decisamente rivisto le loro aspettative.

Beatrice, ti metto le scarpe? NO, Papà, faccio io!!! Beatrice, la giacca. NO, faccio io!!! Beatrice hai sete? NO, Mamma, dammi! Faccio io!!! 

Ecco noi abbiamo il problema opposto di ogni altro genitore. Fa tutto lei, il problema che poi non è capace o non riesce e la cosa degenera sempre in pianto e stridore di denti.

Peccato non poter farvi vedere le facce della gente quando andiamo a mangiare con la Bea. Penaste ad una bimba di due anni che a stento arriva al tavolo e che si spalma il burro e la marmellata sul pane con il coltello avendo la stessa gestualità di un adulto. A cena ha tagliato le sue patate lesse da sola con coltello e forchetta, si è versata l’acqua e ha asciugato quel po’ caduta sul tavolo. La signora di fronte a noi a momenti sviene. Penseranno che siamo tipo una famiglia di gerarchi nazisti che hanno inculcato alla propria figlia la disciplina e l’ordine prima di tutto. Ma in realtà noi non abbiamo fatto proprio niente. Anzi i dolori vengono quando cerchiamo di aiutarla se non riesce a fare qualcosa. Va beh, poco male, l’indipendenza è il nostro forte.

Comunque alla fine del ponte di Pasqua, abbiamo capito molto cose e abbiamo imparato. Ce ne torniamo a casa arricchiti da nuove esperienze ma non di certo rilassati e riposati. Per fortuna che all'orizzonte un altro aereo sta per decollare. E’ quello dei nonni che hanno deciso di farci una sorpresa.

Buona Pasqua a tutti! 

2 commenti:

  1. PS. Finalmente mi sono ricordato di scrivere con caratteri più grandi così anche la Bis Clotilde non dovrà più tribolare per leggere. Sono lento, ma alla fine arrivo.

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  2. Si confermano le premesse iniziali: bimba di carattere e personalità. Vi divertirete un mondo .....e, come direbbe lei "it's a wonderful world"

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