lunedì 15 aprile 2013

Prinsesstårta

In una giornata alle prese con l'isteria della Bea e con la perenne ricerca di una soluzione contro la burocrazia italiana (che ancor oggi mi affligge), mi sforzo di prendere il meglio e di raccontarlo.

Dopo pranzo, verso le 14:30 un mio collega mi chiama e mi dice di raggiungerlo nella caffetteria dell'ufficio. Quando arrivo lì scopro che tutto il dipartimento si é ritrovato per festeggiare il compleanno di due persone che nel mese di Aprile avevano compiuto 50 anni, molti dei quali trascorsi in azienda.

Tavoli affollatissimi e tutti (ma proprio tutti) a congratularsi con i festeggiati. Dopo un breve discorso dei rispettivi responsabili, hanno consegnato loro un bel mazzo di fiori, due regali ciascuno (un fine settimana di vacanza in una località svedese a scelta) e un bel papiro con tutte le firme dei colleghi. Dopodiché breve scambio di battute dei due festeggiati, visibilmente emozionati, e poi via tutti a intonare la canzone tipica di buon compleanno (Ja, han må leva) e tre hippipurrà.

Ma la cosa che vi voglio raccontare è che finalmente sono riuscito ad assaggiare la Prinsesstårta!!! Che cos'è vi chiederete? Ma come... è una delle pietre miliari della pasticceria svedese: leggere per credere.

Era da diverso tempo che volevo assaggiarla, vedendola sbucare in ogni negozio di alimentari o Caffé, nelle sue colorazioni sgargianti:


Ma come si suol dire: non è tutto oro quello che luccica. Come ho rapidamente intuito durante il taglio della prima fetta, il peso specifico della suddetta tårta riusltava alquanto elevato. 

Ecco un paio di altri scatti della versione da me provata:



Come si evince dai particolari, quello strato bianco, dell'altezza di circa 5cm, dovrebbe essere panna montata, ma in realtá ha un ingrediente segreto che la rende leggermente piú consistente... 

... vi lascio indovinare quale:




La delusione é stata tanta, anche perché il sapore é risultato mooolto uniforme tanto da farmi subito riflettere sulla metafora di questa tårta: della serie "le principesse sembrano affascinanti e stupende fuori, ma poi quando le conosci davvero sono uguali a tutte le altre torte, pardon donne".

Ad ogni modo la mia reazione corporea é stata la seguente:

Mangiata una fetta della nostra ammiccante tårta, dieci cucchiaini di zucchero colpiscono il sistema corporeo (più o meno il 100% della razione giornaliera consigliata). La troppa dolcezza viene in parte neutralizzata dall’acido fosforico, che sopprime il sapore impedendo di "vomitare all’istante". Nei successivi dieci minuti tutto questo zucchero finisce nel sangue, causando una bomba insulinica; il fegato provvede convertendo tutto lo zucchero che trova (e ne trova moltissimo) in grasso.

A questo punto, io, che sono nato vecchio, continuo a preferire le torte della Nonna rispetto alle torte delle principesse e non so cosa darei per una bella fetta ed´balson.





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