Giovedì sera.
Mi peso, saran
passati nove mesi dall'ultima volta. Ecco perfetto, in pressappoco un anno ho
preso quasi 2kg e mezzo!
Dentro di me lo
sapevo, ed è per questo che rifiutavo il confronto con la bilancia ma alla fine
mi sono deciso e l'ho fatto. Affranto mi sono recato in cucina, ho alzato
gli occhi verso il calendario (gentilmente regalatoci dalla società
elettrica Energi och Miljö) e ho riporto il mio peso di fianco al santo del
giorno (San Volmar), quindi ho sfogliato un paio di pagine e ho fatto una bella croce, riportando il mio peso obiettivo da lì a qualche mese.
Perfetto inizia il piano di ri-appropriamento del mio corpo (che in parte significa anche di un pezzo della mia vita, ma questo è un discorso troppo lungo per questo post).
Perfetto inizia il piano di ri-appropriamento del mio corpo (che in parte significa anche di un pezzo della mia vita, ma questo è un discorso troppo lungo per questo post).
Basta rimandare,
le attenuanti generiche non mi sono più concesse. Si perché è vero che
l'asciugatrice giù nella lavanderia (tvättstuga) tende ad infeltrire e a
restringere gli indumenti, è vero che così di botto ho cessato da oltre un anno
ogni tipo di attività sportiva ed è anche vero che non sempre siamo riusciti a
mantenere la nostra dieta mediterranea (soprattutto perché spesso la Bea è così
generosa che mi lascia sempre qualcosa da finire nel piatto, e dato che noi
siamo dei fondamentalisti
ultra conservatori, il mangiare non si butta mai e si finisce sempre). Ad
ogni modo tutto questo non regge più, le braghe sono diventate strette e quindi
urge rimedio (per i più furbi la trovata geniale di comprarne di nuove non è
contemplata!).
Venerdì.
Inizio la riduzione
dei carboidrati (pasta e pane) e ricomincio a fare i 110 gradini che mi
separano dal suolo almeno due volte al giorno, in attesa di
poter nuovamente usare la bici per andare a lavorare.
Sabato
Arriva la mia
Signora e mi ricorda che Domenica siamo stati invitati a un compleanno. La
figlia dei ragazzi brasiliani compie 3 anni e quindi ci sarà da festeggiare.
Domenica, compleanno.
In un attimo
riesco a carpire tutta la storia dei nostri avi e di come gli emigranti
Italiani abbiano cambiato il mondo. Entrati in casa vedo tanto cibo quanto se
ne potrebbe trovare ad un matrimonio Napoletano o Calabrese (chi ne ha sentito
parlare sa a cosa mi riferisco!!!). Ecco dunque che i geni degli antenati
italici hanno superato nella lotta per l'evoluzione e la conservazione della
specie quelli degli indigeni Sud Americani e il risultato si manifesta in tutto
il suo splendore in un paio di tavole ricoperte di cibo. Il culmine si
raggiunge con una torta di due piani accerchiata da un centinaio di praline al
cioccolato.
Prima coincidenza:
sarà stato il caso o un chiaro messaggio del destino?!?
Lunedì
Rientro da SFI e
la Bea mi accoglie a casa urlando: Papà,
regalo, Papà regalo!!! Penso che abbia un regalo per me, un disegno
(forse) o qualche pupazzo. La mia Signora mi svela presto l'arcano e mi dice
che oggi hanno consegnato un pacco dall'Italia ma che lei non è riuscita a
portarlo su perché era troppo
pesante. Ad un tratto mi ricordo
che i miei genitori mi avevano avvisato della spedizione in arrivo, per
festeggiare il compleanno dell'Ilaria (tra una settimana).
Perfetto, scendo
di nuovo le scale, incontro la vecchietta del sesto piano che ormai mi ha preso
per scemo dato che, ogni volta che passo di lì a piedi, mi ripete che
l'ascensore funziona e non è rotto, e poi risalgo con circa 20kg di scatolone
sulle spalle. Provo a spiegare gentilmente alla Bea che quello è un regalo per
il compleanno della Mamma e che lo avremmo aperto tra una settimana. Lei
afferra il concetto al volo e corre in cucina a prendere le forbici: Tieni Papà, tu apri!!! Perfetto,
ha capito tutto!!
Ecco che di nuovo
vengo assalito dalla visione sulla genetica, sulla specie dominante e sulla
conservazione del genere umano. Il pacco si rivela un enorme Cornucopia da cui
escono continuamente cibi e bevande succulente. Insomma tutto il repertorio
della mia Terra: formaggi, pasta, riso, vino, marmellate e cioccolata. In un
crescendo di bandierine tricolore e di prelibatezze gastronomiche che ancora
sanno di nebbia emiliana.
Ovviamente la Bea
è letteralmente impazzita (qui la sua reazione). Presa da un raptus di incontrollabile adrenalina,
lascia andare i suoi (ancora) scarsi freni inibitori e inizia a correre per casa brandendo mezzo chilo di Parmigiano in una mano e un sacchetto
di Maddalene (i suoi dolci preferiti) nell'altra. Poi torna a tuffarsi con le
mani nella scatola e continua a estrarre, ancora e poi ancora, come se la magia
non avesse fine e la casa potesse essere inondata di cibo.
Temendo lo shock
adrenalinico, cerco di calmarla e le faccio assaggiare i dolci del Nonno Franco (come
dice lei), sperando che come un segugio con la sua preda possa tornare ad
ascoltare il richiamo del suo padrone. Finalmente si calma e riusciamo a chiudere
il vaso di Pandora.
Di nuovo ho una
visione: capisco il dramma dei Nonni che pensano alla loro nipotina (e anche ai
loro figli) lontani da una bella fetta di salame o da una punta di formaggio.
Ed ecco la spedizione dei viveri per le "truppe" al fronte, stanche
denutrite e allo stremo delle forze. Poi mi riprendo, sono in cucina, alzo lo
sguardo e vedo sul calendario la croce fatta qualche giorno prima e quel magico
numero letto sulla bilancia, di fianco la mia Signora sta cercando qualche
altro nascondiglio dove mettere tutto quel cibo possibilmente fuori dalla
portata della Bea. Qualcosa nel mio piano deve essere andato storto!
A quel punto mi
sovvien l'eterno... e capisco che se il primo era solo un messaggio di
avvertimento, questo non può più essere una semplice coincidenza.
PS. Tutta la
famiglia, ma SOPRATTUTTO la Beatrice, ringrazia molto per il regalo. Non ci fu
mai cosa più gradita!
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