Ecco ancora un altro mese senza
pubblicare niente sul Blog…
Me la vedo già la bisnonna Cloti
che ogni mattina chiede a Giuliano se c’è qualcosa di nuovo e lui con aria
affranta scuote la testa dicendo che non ci sono notizie dal “fronte”.
Scusate tanto, tutti! Io non so più
dove cercarlo il tempo. Tra l’altro sono lento, ogni frase me la scrivo, me la
correggo e me la cancello, poi la riscrivo come prima. Sono così, quindi vi
prego si portare pazienza. Se le notizie da qui arrivano di rado non è perché
non ce ne siano ma è perché noi siamo i cronisti di noi stessi e a volte il
reportage richiede tempo per essere montato.
Comunque, oggi lasciamo le
fotocopie di svedese sul tavolo e dedichiamo un po’ di tempo a chi veramente lo
merita. D’altra parte i miei progressi con la lingua sono pari a zero.
Oggi vorrei parlarvi di una
persona speciale, una persona di quelle che ti fanno ringraziare il giorno in
cui l’hai conosciuta e che trasformano quello che sei in qualcosa di migliore.
Quella persona è mia moglie!
La mia Signora la scorsa settimana
ha superato l’esame del C-Kursen all’SFI ed è stata ammessa all’ultimo livello.
Una soddisfazione non indifferente! Ora è difficile capire per chi sta dall’altra
parte di cosa sto parlando ma cercherò di esprimervelo meglio.
L’anno scorso di questi tempi
iniziavano le manovre di avvicinamento alla Svezia e le nostre idee
cominciavano a prendere forma. Le ragioni e le motivazioni più profonde non le
voglio descrivere ora, magari allo scadere di qualche ricorrenza mi farò prendere
dal mio lato introspettivo. Ad ogni modo immaginatevi un po’ se vostro marito (o
moglie) arrivasse a casa una sera e vi dicesse che è ora di partire, è ora di
fare le valige. Verso dove? Verso cosa? Mah verso un’idea, verso un pensiero
che gli è venuto e che vorrebbe rincorrere. Bene, pensate voi com’è dopo un
paio d’anni di matrimonio, dopo tanta fatica a sistemare casa e con una bimba
di circa un anno dover anche solo pensare a una scelta di questo tipo.
Pensate di lasciare tutto: persone,
luoghi cose. Lasciare la vostra vita così come la conoscete e ripartire da
zero. Io ancora non mi spiego come Lei non mi abbia serenamente mandato a “stendere”
ma abbia prima riflettuto e poi accettato la mia proposta. A parti opposte
avrei fatto lo stesso? Mah io non lo so, io so solo che non c’è giorno che Lei
non smetta di stupirmi.
La mia Signora non è come me, lei
ha qualcosa dentro in più. Forse una consapevolezza, forse una serenità o forse
una semplicità d’animo che la rendono straordinaria. Lei bilancia pienamente
quell’irrequietudine quel malessere e quell’infinita ricerca che contraddistingue
il sottoscritto. Sta di fatto che mia moglie a 25 anni sembra possa
attraversare il mondo senza perdersi mai mentre io, se mi dicono di uscire di
casa per andare a comprare il latte, riesco, forse, a non tornare più indietro.
Pensate un po’ domani di iniziare
ad andare a lezione di inglese perché nel pese in cui andrete ad abitare se va
bene parlano questa lingua e comunque nel giro di poco tempo dovrete imparare
da zero una nuova språk. Iniziate a pensare a come accudire vostra figlia da
sola, sottolineo DA SOLA, ovvero senza quell’aiuto materiale e morale per cui
siamo tanto famosi all’estero (a’ Mammà). Iniziate a pensare a com’è?!? Perché
si fa presto dire “andare a vive all’estero” ma sono sicuro che se anche mi
impegnassi più di quanto stia già facendo non riuscirei mai a dirvi cosa si
prova.
Forse con un esempio posso
farcela. Avete presente i tortelli della mamma? Si proprio i tortelli, quelli
con la sfoglia, il ripieno di ricotta e spinaci, e sopra una spolverata (abbondante)
di Parmigiano… si, si proprio quelli. Quelli che ti fanno sentire a casa,
quelli che su ogni tavola hanno un sapore diverso perché sono ripieni della
storia di ogni famiglia, quei tortelli mangiati mille volte che sembrano quasi
scontati ma che se mancano per qualche tempo ci si sente subito persi e che poi
non stancano mai. Ecco pensate ai tortelli della mamma e pensate che domani
qualcuno vi dica che i tortelli sono finiti e che qui tortelli lì, proprio quelli
lì, non li mangerete più.
Se vorrete potrete provare quelli
di Giovanni Rana ma quelli lì, quelli con l’effetto della Ratatouille nell’omonimo
cartoon, quelli basta! Sono finiti e nessuno vi ha detto che quello sarebbe
stato l’ultimo piatto.
Sapete però cosa c’è, c’è che la
mia Signora, a differenza del sottoscritto, non è stata tanto lì a disperarsi
sul perché i tortelli fossero finiti e sulle congiunture astrali che avessero
determinato una siffatta sciagura. La mia Signora ha iniziato e rompere due
uova a mescolarle con la farina e a impastare. La mia Signora fa i tortelli
con vetemjöl, ägg e smur, perché qui occorre impegno per trovare anche le cose più
scontate.
In meno di tre mesi da quando ha
fatto la sua prima lezione, la mia Signora riesce a capire e a farsi capire in
svedese. Riesce a parlare con le maestre della Bea all’asilo a scrivere mail e
a tirare avanti la nostra carretta solo con le sue forze e le sue capacità. Tempo
per noi ne abbiamo sempre poco, giusto qualche minuto per cercare di capire chi
ha avuto la giornata peggiore. Quasi sempre, tra gli Irakeni al corso, la Bea
isterica, tutte le faccende a casa e poche voci amiche con cui parlare, mi
accorgo che è lei quella che sta portando il peso più grosso. Proprio per
questo posso dire che i tortelli di mia moglie sono di gran lunga i migliori
che io abbia mai mangiato! E non importa se la sfoglia non è rugosa, se gli
spinaci sanno di poco e la ricotta non è quella fresca del caseificio, c’è un ingrediente
speciale che li rende eccezionali.
Spero che messa in questo modo,
attraverso la metafora del tortello, quasi tutti i nostri intimi lettori, sapranno
afferrare meglio, ora.
Questa è la mia Signora, questa è
l’Ilaria e sono sicuro che se vorrete preparerà un piatto di tortelli anche per
voi!
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