venerdì 23 marzo 2012

Non c'è montagna...


A volte capita quando si è lontani, quando si è da soli, che arrivino certi momenti in cui intorno tutto diventa più silenzioso e ci si sente un po’ fuori come “sospesi”.
Spesso quando mi trovavo in trasferta per lavoro mi sono sentito così.
Succede che sei sempre indaffarato, che devi correre e hai mille cose da fare. Succede che non ti accorgi nemmeno di dove sei o di quello che c’è intorno.
Poi a un certo punto arriva un attimo che dura di più degli altri e si allunga e capisci che c’è qualcosa di diverso. Ti rendi conto che sei lontano, che magari sei dall’altra parte dell’oceano o a 2000km da casa.
Ti accorgi che intorno le cose sono diverse e ti sollevi e vedi quella che per gli altri è la normalità e per te è una cosa diversa.
Non c’è male e non c’è bene, semplicemente c’è questa sensazione che ti fa sentire, lontano.
Oggi mi sono sentito un po’ lontano.
La Bea e l’Ilaria mancano: non sono mai stato via da casa da quando la Bea è nata e non sono mai stato così tanto tempo lontano dall’Ilaria. Si, ci sentiamo tutti i giorni, ma vederle lì, con quei pixel distorti sul riquadro di Skype non è proprio come essere con loro. E poi, senza essere troppo nostalgico anche svegliarsi la mattina presto, uscire per andare a lavorare e incontrare tuo padre che con la borsa in mano se ne va anche lui sulla via dell’ufficio, fa piacere. Magari è solo un saluto, però fa piace. Oppure quando al Lunedì senti una macchina che si infila in garage, verso le dieci e mezzo di sera e sai che la serata delle “cappelletare” e finita, è andata bene e il prossimo Lunedì ce ne sarà un’altra, anche questo fa piacere.
Non drammatizzo assolutamente, anzi in questi momenti si ha proprio l’opportunità di valorizzare queste piccole cose, a cui spesso non diamo importanza ma che fanno come da collante durante i nostri silenzi. Spero che tanti altri possano ripensare a queste piccole cose e rendersi conto che valgono.
Ad ogni modo stringiamo i denti e andiamo avanti! Ogni volta che affanno un attimo penso al rimpianto che avrei avuto se non l’avessi fatto e ringrazio chiunque mi abbia dato le possibilità per poterlo fare. Ci sono mille me che vorrebbero ma non possono, e allora grazie a tutti quelli che ogni giorno mi sono vicini e che in un modo o nell’altro mi fanno sapere che ci sono!

Dice un nostro connazionale:“Non c’è montagna più alta di quella che non scalerò”, bhe, la nostra montagna si è già fatta più bassa perché qualche passo verso la cima lo abbiamo già fatto.



Prometto che il prossimo post sarà sicuramente meno serioso, anzi mi ero ripromesso di parlare del mio compagno di avventure e probabilmente così sarà!

1 commento:

  1. Carissimi Alessandro e Ilaria,

    ho letto con attenzione il vostro blog. Mi sono emozionata tantissimo.
    Avevo intuito dai vostri discorsi, quanto fosse importante per voi questo progetto, ma dopo la lettura, ho colto nel pieno la vostra scelta.

    Questo mi ha aiutato a comprendere meglio la Vostra scelta e nello stesso tempo sono riuscita a condividere il vostro entusiasmo per il nuovo progetto di vita.

    Oggi sono convinta che questo progetto rappresenti un’ottima opportunità di crescita personale, fate bene a scrivere del vostro viaggio e a raccontare delle vostre emozioni, per renderle testimonianza del vostro percorso.

    Avrete così una bella storia da raccontare ai figli e agli eventuali nipoti.
    Sapete che come genitore avevo molte paure e perplessità per questa scelta di vita, ma, ora che il vostro viaggio è iniziato, ho la sensazione che comunque vada l’esperienza vi consentirà di arricchirvi come Persone e questa è la parte più importante del vostro viaggio.

    Vi voglio bene, sono con voi e ricordate che potete sempre contare su di noi.

    Un abbraccio da mamma/suocera Dorella

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