A volte capita quando si è lontani, quando si è da soli, che
arrivino certi momenti in cui intorno tutto diventa più silenzioso e ci si
sente un po’ fuori come “sospesi”.
Spesso quando mi trovavo in
trasferta per lavoro mi sono sentito così.
Succede che sei sempre indaffarato, che devi correre e hai
mille cose da fare. Succede che non ti accorgi nemmeno di dove sei o di quello
che c’è intorno.
Poi a un certo punto arriva un attimo che dura di più degli
altri e si allunga e capisci che c’è qualcosa di diverso. Ti rendi conto che
sei lontano, che magari sei dall’altra parte dell’oceano o a 2000km da casa.
Ti accorgi che intorno le cose sono diverse e ti sollevi e
vedi quella che per gli altri è la normalità e per te è una cosa diversa.
Non c’è male e non c’è bene, semplicemente c’è questa sensazione
che ti fa sentire, lontano.
Oggi mi sono sentito un po’ lontano.
La Bea e l’Ilaria mancano: non sono mai stato via da
casa da quando la Bea è nata e non sono mai stato così tanto tempo lontano dall’Ilaria.
Si, ci sentiamo tutti i giorni, ma vederle lì, con quei pixel distorti sul
riquadro di Skype non è proprio come essere con loro. E poi, senza essere troppo
nostalgico anche svegliarsi la mattina presto, uscire per andare a lavorare e
incontrare tuo padre che con la borsa in mano se ne va anche lui sulla via dell’ufficio,
fa piacere. Magari è solo un saluto, però fa piace. Oppure quando al Lunedì
senti una macchina che si infila in garage, verso le dieci e mezzo di sera e
sai che la serata delle “cappelletare” e finita, è andata bene e il prossimo
Lunedì ce ne sarà un’altra, anche questo fa piacere.
Non drammatizzo assolutamente, anzi in questi momenti si ha
proprio l’opportunità di valorizzare queste piccole cose, a cui spesso non
diamo importanza ma che fanno come da collante durante i nostri silenzi. Spero
che tanti altri possano ripensare a queste piccole cose e rendersi conto che
valgono.
Ad ogni modo stringiamo i denti e andiamo avanti! Ogni volta
che affanno un attimo penso al rimpianto che avrei avuto se non l’avessi fatto
e ringrazio chiunque mi abbia dato le possibilità per poterlo fare. Ci sono
mille me che vorrebbero ma non possono, e allora grazie a tutti quelli che ogni
giorno mi sono vicini e che in un modo o nell’altro mi fanno sapere che ci
sono!
Dice un nostro connazionale:“Non c’è montagna più alta di quella che non scalerò”, bhe,
la nostra montagna si è già fatta più bassa perché qualche passo verso la cima
lo abbiamo già fatto.
Carissimi Alessandro e Ilaria,
RispondiEliminaho letto con attenzione il vostro blog. Mi sono emozionata tantissimo.
Avevo intuito dai vostri discorsi, quanto fosse importante per voi questo progetto, ma dopo la lettura, ho colto nel pieno la vostra scelta.
Questo mi ha aiutato a comprendere meglio la Vostra scelta e nello stesso tempo sono riuscita a condividere il vostro entusiasmo per il nuovo progetto di vita.
Oggi sono convinta che questo progetto rappresenti un’ottima opportunità di crescita personale, fate bene a scrivere del vostro viaggio e a raccontare delle vostre emozioni, per renderle testimonianza del vostro percorso.
Avrete così una bella storia da raccontare ai figli e agli eventuali nipoti.
Sapete che come genitore avevo molte paure e perplessità per questa scelta di vita, ma, ora che il vostro viaggio è iniziato, ho la sensazione che comunque vada l’esperienza vi consentirà di arricchirvi come Persone e questa è la parte più importante del vostro viaggio.
Vi voglio bene, sono con voi e ricordate che potete sempre contare su di noi.
Un abbraccio da mamma/suocera Dorella