martedì 20 marzo 2012

Volontari cercasi!!!

Oggi finalmente è arrivato il resto della casa. La spedizione partita dall’Italia la scorsa settimana è finalmente giunta a destinazione.
Stamattina mi chiamano dall’azienda a Södertälje per avvisarmi che i due pallet sono arrivati e sono stati sistemati in magazzino. Perfetto, meno male che per questo è filato tutto liscio senza grossi intoppi (grazie alla Morena per il supporto logistico - impeccabile -  e brava all’Ilaria che ha impacchettato roba per dieci giorni a casa).
Dato che nella spedizione c’era anche il mio passaporto ho pensato bene di uscire un po’ prima e di andare subito là a prenderlo così potrò sistemare la benedetta questione del Personnummer.

Qui apro una parentesi perché merita davvero. Mi ero informato, prima di partire, che la cosa più importante in Svezia è la registrazione presso l’ufficio delle imposte (famigerato Skatteverket). In Svezia bisogna pagare le tasse: non si scappa! Una volta effettuata la registrazione si ha il diritto ad avere il Personnummer, l’analogo del nostro codice fiscale. Secondo il sistema svedese una persona deve essere in grado di provvedere al proprio mantenimento e se necessario anche a quello della propria famiglia. Questo è il primo, ma fondamentale, passo per entrare nella società svedese. Senza il Personnummer non si può fare niente: non si può affittare una casa, non si può comprare una macchina o un cellulare, non si può attivare il contratto telefonico o quello della luce. Soprattutto non si può richiedere la carta d’identità con la quale poter aprire un conto corrente, e dato che qui si paga solo con la carta di credito, ecco perché il Personnummer è vitale. Come io abbia fatto a fare queste cose senza il mio Personnnummer non ve lo posso svelare, ma ad ogni modo sto ancora pagando pegno per le agevolazioni che ho avuto...
Infatti il venerdì dopo il mio arrivo, mi ero precipitato subito in centro a Eskilstuna nel famigerato ufficio. La registrazione era andata bene, avevo fornito il passaporto, fatto qualche firma e via. Entro dieci giorni avrei ricevuto il Personnummer a casa.
Il secondo giorno di lavoro (Martedì), la collega del personale che si occupa delle buste paga, mi chiama un po’ in subbuglio e mi dice di contattare subito lo Skatteverket perché c’è una sorta di illecito nella mia cartella: sembra che abbia cercato di falsificare dei documenti. Rimango di stucco, poi mi accenna qualcosa sul passaporto e li mi si accende la lampadina. Apro lo zaino, tiro fuori il “libricino bordeaux” e appena lo apro mi trovo davanti la foto dell’Ilaria. Mannaggia, la mattina in cui sono partito ero così insognato che aprendo il cassetto ho preso il passaporto dell’Ilaria invece del mio e ovviamente il mio è rimasto in Italia. E adesso vaglialo a spiegare agli Svedesi che io non mi chiamo Ilaria? Anche perché per loro è abbastanza inconcepibile che uno che decida di trasferirsi all’estero prima di prendere il suo passaporto non lo controlli un attimino!!!
Ma porcaccia la miseria, l’impiegato che ha fatto le fotocopie non si è accorto che c’era la foto di una ragazza!!!
Ad ogni modo nei giorni scorsi sono tornato là con la carta d’identità, ho provato anche con la patente, ma non c’è stato verso: vogliono il passaporto. E allora passaporto sia!

Chiusa la parentesi, arrivo in azienda verso le sei di sera e come in tutti i posti di lavoro qui in zona dopo le cinque non c’è più nessuno. Ovviamente il mio badge non è ancora stato abilitato per aprire nessuna porta e abbastanza inebetito mi metto a guardare dentro agli uffici attraverso i vetri. Ci manca solo che una guardia giurata mi veda, così mi arrestano, chiamano quelli dello Skatteverket i quali confermano che sono un soggetto schedato per falsificazione di documenti, buttano la chiave e buona notte al secchio.
Dunque qui hanno un sistema di sicurezza che rasenta quello degli aeroporti statunitensi. L’unica cosa che ancora non fanno è la scansione della retina per aprire i tornelli. Ad ogni modo sono fortunato perché trovo un collega che stava facendo dei lavoretti sulla sua macchina in officina. Dai, ce l’ho fatta.
La Multipla che da qualche giorno gira in assetto da gara ultra alleggerita (ho tolto tutti i seggiolini dentro proprio perché sapevo che sarebbe arrivato questo momento) dà nuovamente prova della sua capacità di carico. Riesco a farci stare tutti gli scatoloni di un pallet. Più della metà della roba è già in macchina.
A dire il vero mancavano ancora un paio di centimetri prima che le sospensioni arrivassero a pacco, ma non ho voluto esagerare. La moda nazionale è quella di agganciare alle macchine i carrelli appendice. Tutti vanno in giro con questi carrelli. Se devono andare a fare la spesa montano il carrello, se devono andare dal fioraio montano il carrello, se vanno fuori paese, sempre con il carrello. Non volevo sminuirli troppo facendogli vedere che sulla Multipa ci sta il doppio della roba senza dover agganciare niente, quindi ho lasciato stare.
La parte più bella è arrivata quando è stato il momento di portare quei due metri cubi di scatole al settimo piano!!! E qui fa la comparsa il mio prode compagno di sventure. Si chiama Naveel ed è indiano. Ha iniziato qualche settimana prima di me e lavoriamo insieme ad Eskilstuna. Non mi dilungo su di lui perché gli dedicherò un post tutto suo.
Ad ogni modo grazie al suo aiuto riusciamo, con un paio di giri di ascensore, a portare tutto su. Non è che lui ami tanto i lavori manuali. Si è limitato a tenermi la porta aperta e a prenotare l’ascensore ma va anche troppo bene. Pensavo peggio: alle nove tutto finito. Metà della casa italiana ha già traslocato e l’altra metà aspettava il fine settimana.
C’è solo un problemino: adesso chi la mette a posto tutta questa roba??? VOLONTARI CERCASI!!!

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