Ieri è stata una giornata
speciale, anzi memorabile. Ieri la “Mamma”
ha compiuto gli anni e tutti abbiamo fatto festa grande!!! Venticinque per la
mia signora o, come le ho detto io, un quarto di secolo! Lei era ed è, come
sempre, in gran forma. Primo compleanno all’estero, in terra vichinga, con la
sua famiglia in questa nuova casa.
L’inizio è stato veramente scoppiettante.
Un cielo limpido e un blu paragonabile solo a quello che da noi si vede ad alta
quota. Il tempo qui è così: spiovicchia per una settimana, tutto è un po’
grigio ma poi arrivano un paio di giorni da toglierti il fiato. In pochissimo
l'erba è diventata verde e per la città ogni aiuola è piena di fiori. U
paio di giorni al di sopra dei dieci gradi abituali e tutto ha cambiato faccia
e adesso siamo in piena primavera. Bhe un bel regalo per la nostra festeggiata!
Per dirla tutta, abbiamo
festeggiato alla grande, accogliendo questo nuovo giorno fin dalla mezzanotte.
Infatti così è stato: grazie al mio carissimo “compagno”, che mi ha seguito fin qui in Svezia, abbiamo ballato tutta la notte. Il mio mal di
stomaco, che mi segue come un’ombra, non manca mai di farmi visita ogni tanto
costringendomi a frequenti incontri ravvicinati con il bagno. E così, per non
farci mancare niente, la nostra festeggiata ha passato la sua nottata con una
mano tesa verso il lettino della Bea, che ogni tre per due le cantava Tanti Auguri a modo suo, e un occhio
verso il Papà che spesso picchiava la testa contro al muro, per cercar un
qualche rimedio…
A parte gli scherzi, la mattina
sole splendente e come ogni domenica, l'Ila si è preparata un
mega cappuccino, da far invidia al nostro bar in Italia (Il Tabacchi) e
sicuramente ai vari caffè qui di Eskilstuna. Di seguito la versione ristretta
per il Papà e la Bea!
Poi eccoci a passeggio per la
City. Un po’ di spesa e tanta aria frizzante a riempirci i polmoni. Il pranzo è
stato veloce perché i festeggiamenti si sarebbero svolti in serata.
Alle due eravamo già fuori con l’intento
di far riposare la Bea durante la nostra passeggiata lungo il fiume. E così
abbiamo esplorato la parte sud di Eskilstuna. E’ incredibile, l’Ila riconosce
le vie della città in base agli annunci di appartamenti e case che vede sui
vari siti. Ormai potrebbe fare l’agente immobiliare in città senza problemi!
Dopo una lunga camminata serve
uno spuntino, quindi perché non testare il chiosco della piazza principale??? La
foto parla da sola: alle tre di pomeriggio un bel KROV!!!
Poi mi sono ricordato che qualche
giorno prima mentre ero intento a correre per le vie di Eskilstuna tra la banca
e lo Skatteverket, avevo visto delle case un po’ strane nel centro e allora
ecco la buona occasione per vedere di cosa si trattava. Scivoliamo tra due
viuzze e ci troviamo in un posto spettacolare: il primo insediamento di case da cui
è sorta Eskilstuna!
Qui hanno ricavato, in pieno
centro cittadino, tra palazzi e uffici, una zona verde completamente recintata,
in cui sono state recuperate le antiche abitazioni in legno tipiche svedesi.
Ogni casa ha una funzione storico-culturale e tutto è usato per fare lezioni
sulle antiche tradizioni svedesi e della città. Cielo azzurro, prati verdi e
case rosso con le imposte bianche: sembrava di essere in una favola di Dickens!
La Bea ha fatto una mega merenda
in questo angolo di storia passata e poi via a correre su e giù.
Ultimamente le giornate si sono
allungate veramente tanto (ormai c’è luce fino alle nove e mezzo) e ogni tanto
fatichiamo a capire che ore sono. Così via ancora a passeggio fino a scoprire
che ormai si era già fatto tardi. C’era una festa da preparare ed eravamo
ancora in giro.
Di corsa a casa a preparare la
pizza, senza aver fatto prima un salto al supermercato a prendere la torta di
compleanno. Per non farci mancare niente abbiamo anche chiamato Naveen e in
perfetto stile svedese, alle sette e mezzo tutti con i piedi sotto al tavolo a
mangiare la nostra pizza domenicale e a fare gli auguri alla nostra
festeggiata. L’Ila c’ha preso la mano con l’impasto e il forno e fa una pizza
straordinaria, tra l’altro ci stiamo evolvendo dalla semplice margherita a:
prosciutto e wurstel o pancetta!
L’unica nota stonata sono stati i
dolci. Volevamo prendere una torta tipica ma poi abbiamo optato per alcuni
dolci nel reparto pasticceria. Siamo riamasti un po’ delusi. Tanto burro e poco
altro. Mi sa che da questo punto di vista abbiamo il palato un po’ troppo fino!
Sti Svedesi faranno bene tante cose ma per le paste è meglio se vengono un po’
a “sciacquare i panni nell’Arno”. Per
fortuna c’ha pensato Naveen che come regalo ha portato una scatola di
cioccolatini, tutti extra fondente: è vero che sono un regalo per l’Ila ma qui
avranno vita breve (parola del sottoscritto!).
La serate si è conclusa con un
bel coro via Skype della famiglia P. L’Irene e la Sara a urlare a squarciagola “happy
birthday” e la Sonia e Francesco a rimpiangere i venticinque anni dell’Ilaria,
loro che qualche giorno prima avevano già traguardato ben altre mete… Un
compleanno diverso, un compleanno nuovo per la nostra donna di casa.
Non ci sono stati regali speciali
e un po’ mi dispiace. Qui le settimane sono sempre molto intense e a volte
trovare il tempo è dura. Io e te di regali non ce ne siamo mai fatti
tantissimi o forse ce ne facciamo tutti i giorni stando insieme e condividendo
questa nostra vita. Mi dici sempre che spesso sono troppo silenzioso, chiuso a
volte nei miei pensieri. Sto lì a da osservarti, a cercare di capire e ancora
non so bene perché tu abbia voluto passare un terzo di questi tuoi primi venticinque
anni con me. Ci provo a capirlo ma poi mi sfugge e so solo che sei lì a
spingere avanti questo nostro carretto. Ogni volta che ho detto: <<Vado>>,
mi hai risposto: <<Andiamo>>. <<Faccio>>, dicevo, e tu
subito: <<Proviamo>>. <<Sono preoccupato>>, ti ripetevo, e tu mi dicevi: <<Sogna>>. <<Devo correre>>, e tu: <<Respira!>>.
Hai ragione, oggi mi hai detto
che di fronte a tutte queste cose nuove che vediamo o che ci succedono ogni
giorno, io reagisco non gli occhi di un umarell mentre tu hai gli occhi di una
bambina che vede il mondo per la prima volta. Sono quegli occhi che ci tengono
insieme, quegli occhi che nonostante passino gli anni restano sempre così
profondi e così speciali. Ti dico, AUGURI, e ti dico anche grazie per aver
scelto di trascorrere tutti questi giorni con noi. Uso le parole di questa
canzone, mi piace pensare che chi le ha scritte lo abbia fatto perché ognuno
potesse usarle per la sua esperienza….