Colgo l’occasione per agganciarmi
al commento della Dorella in merito al “lambrusco scappato”. Lunedì scorso
abbiamo fatto una full immersion tra le varie procedure che gravano sugli
immigrati su suolo svedese.
Mi era arrivata la lettera che la
mia carta d’identità svedese era pronta. Qui l’ID è più sofisticata di un badge
della NASA. Cip elettronico integrato, foto 3D e filigrana contenente scansione
della foto incorporata. Non a caso costa circa 400sek. Ad ogni modo tutto
pronto, avevamo già fatto il nostro programmino. Uscita dal lavoro anticipata e
tappe fisse:
-
Skatteverket per ritiro ID e richiesta per carta
d’identità per l’Ila.
-
Banca per apertura conto corrente.
-
Centro Servizi del comune per iscriverci al
corso di lingua (SFI).
Pronti via il primo passo sembra
facile, in un attimo mi consegnano la mia carta d’identità, eccola:
Poi la meravigliosa macchina dei
servizi svedesi inizia ad incepparsi. Quando chiediamo la carta d’identità per
l’Ila mi comunicano che l’ufficio centrale ha sbagliato la procedura per il
rilascio del suo personnummer e quindi ci tocca rifare la domanda e aspettare
altri dieci giorni.
Io di latino non ho proprio niente,
ma ogni tanto cresce in me un senso di insofferenza e il sangue inizia piano
piano a scaldarsi. Difficilmente riesco a reagire alla svedese, rispondendo: “
Oh si, avete sbagliato? Non c’è problema, fate con comodo, capisco
perfettamente…”.
Mannaggia senza il personnummer
dell’Ila il nostro programma andava a farsi benedire. Infatti…
Esco abbastanza deluso… il mito
della super efficiente Svezia si è fatto più sottile. Ad ogni modo
attraversiamo la piazza ed entriamo in banca.
Anche qui luci ed ombre. Subito
hanno un po’ la puzza sotto al naso, ma poi quando dico che ho un posto di
lavoro in un’azienda sveese si fanno tutti più cortesi. Ovviamente mi dicono
che il conto non possono aprirlo subito perché ci vuole un documento dalla nostra
banca in Italia (penso – questi immigrati Italiani che se ne vanno in giro per
il mondo a riciclare denaro sporco della malavita!!!!). Comunque la buona
notizia è che il conto può essere intestato a entrambe e non dobbiamo aspettare
il personnummer dell’Ilaria. Bhe almeno questo mese (forse) riusciranno ad
addebitarmi lo stipendio (speriamo).
Ultima tappa all’Eskilstuna
Service Center. Dopo aver litigato con la mia dolce metà sull’uso del
navigatore in modalità “pedonale”, grazie al suo rinomatissimo senso dell’orientamento
(ogni volta mi ripete che lei alle scuole medie era un fenomeno in orientiring
e che se la paracadutassero nel Borneo con una bussola in mano sarebbe di
sicuro capace di trovare la strada di casa!!!). Comunque, il Service Center è
sulla via principale di Eskilstuna e dopo un po’ ci siamo arrivati. Ovviamente
al momento della consegna dei moduli per l’iscrizione mi confermano che per me
non ci sono problemi ma per quello dell’Ilaria dobbiamo aspettare il suo
personnummer. Ecco perfetto, impreco ancora
un po’ contro quelli dello Skatteverket.
Tra l’altro mi in tutti gli
uffici in cui siamo andati e anche in banca gli impiegati affannavano un po’
con l’inglese e più di una volta ci hanno detto che facevano fatica a spigarsi.
Capisco che siamo noi che dovremmo parlare svedese e che se facessi un
parallelo con il nostro paese, non so quanti impiegati pubblici di una media
cittadina parlerebbero in modo fluente l’inglese, ma anche qui la credenza che
in Svezia l’inglese è quasi come una prima lingua, vacilla un po’. Ad ogni modo
ripeto, siamo riusciti a spiegarci e a capire tutto!
Terminato il pomeriggio,
arriviamo a casa un po’ frustrati: non è facile capire tutte le procedure,
districarsi tra moduli in svedese e parlare sempre in inglese. Per di più la
delusione di dover ripetere parte della trafila ci ha abbattuti un po’. Comunque
traiamo alcune conclusioni da questa esperienza:
1_Non tutti sono perfetti. Anche
in Svezia sbagliano e sbagliano anche per procedure che sono l’ABC. In questo
caso pensare all’impiegato/a dell’URP di Rubiera, che senza battere ciglio,
riesce a risolvere il problema del “lambrusco scappato” mi ha fatto un po’ inorgoglire
della mia italianità. Italia-Svezia 1-0!
2_Legge di economia reale: quando
sei tu che dai dei soldi ad un altro (Banca) non c’è problema di codici fiscali
o Personnummer, basta dire che hai uno stipendio fisso e in un attimo il conto
è fatto. Se invece sei tu che devi ricevere un servizio (Service Center), le
cose cambiano e allora ti serve la carta bollata il codice fiscale, la firma
del console e se fosse possibile anche una raccomandata dal capo dello stato
controfirmata dal primo ministro.
3_La Bea merita un premio! In tutto
questo trambusto ( ah ho dimenticato di dire che abbiamo fatto il tutto rigorosamente
a piedi + passeggino) lei non ha detto beo. E’ stata con noi guardandosi in
giro e osservando tutto. Mai un pianto o uno scatto per scendere dal
passeggino. Mai un lamento. Grazie stella.
leggere che anche in Svezia si commettono errori nello svolgere le procedure burocratiche, consola e mi fa sentire più adeguata, oltre a confermare il vecchio detto che "tutto il mondo è paese".
RispondiEliminaContemporaneamente, questo episodio, suscita in me riflessioni rispetto al mio agire quotidiano e affina di sicuro la sensibilità e l'approccio che quotidianamente devo esercitare nel mio lavoro.
Infine, penso che sia vero che le persone sono caratterizzate da aspetti diversi, ma nei confronti del "nuovo/diverso" agiscono sempre con comportamenti di cautela/chiusura.
Probabilmente di queste esperienze se ne verificheranno altre; riconosco che non sono piacevoli, ma come hai detto tu Alle, questo conferma che anche noi Italiani, così bistrattati e derisi per le nostre vicende, non siamo così da butar via.