Oggi mi sento ancor più degli altri giorni una bambina! Ho
mille pensieri per la testa. Se potessi li direi tutti insieme uno dopo l’altro
tutto d’un fiato per paura di scordarne qualcuno.
Ora però cercherò di riordinare le idee per condividerle con
voi in modo comprensibile.
Apro solo una piccola parentesi. Negli ultimi anni in momenti
come questi mi aiuta molto ascoltare la musica. Mi calma, mi rilassa e allo
stesso tempo mi consente di riordinare le idee. Da quando è nata la mia piccola
infatti anche con lei ascolto sempre musica e vedo che anche su di lei ha lo
stesso effetto. Soprattutto quando era neonata la rilassava molto ascoltare
musica; era impressionante quanto la calmasse. Soprattutto ho notato che è vero
che riconosceva le canzoni che adoravo ascoltare mentre ero in gravidanza. Con
queste si addormentava sempre. Mi piace averle trasmesso questa cosa.
Questa mattina, siamo andate all’asilo e siccome siamo
ancora in pieno adattamento come le altre mattine sono rimasta anche io a
scuola. Beatrice si sta adattando benissimo e senza problemi, anzi dal primo
giorno non mi cerca mai e quando è ora di andare a casa non vuole mai andare!!
Perciò questa mattina le maestre mi hanno detto che loro sarebbero andate fuori
con i bimbi, compresa Beatrice, mentre io sarei stata dentro la scuola nella
stanza delle mastre, di modo che se la Bea avesse iniziato a piangere mi
sarebbero subito venute a chiamare.
Una delle maestre, Minna, mi ha accompagnata in questa
splendida stanza lasciandomi sola, dopo avermi indicato dove era il caffè, il
thè e la frutta e dopo avermi detto :” ok ora rilassati un po’, a dopo”.
Negli ultimi periodo quando mi viene offerto un po’ di relax
non mi lascio mai scappare l’occasione! Non capita tutti i giorni!!
Perciò in questa stanzetta con tante finestre la mia mente
ha iniziato a viaggiare. Seduta su un comodo divano, con una tazza di caffè
svedese in mano ho iniziato a scrutare fuori dalle finestre dove in mezzo ad un
boschetto con colori accessi e meravigliosi ho trovato la giusta ispirazione.
Ho iniziato dapprima a riflettere sulla differenza tra le
case svedesi e quelle italiane. Qui ho come l’impressione che abbiamo una
visione differente dalla nostra di casa.
Gli svedesi non puntano come noi italiani a fare una casa
costruita con materiali ricercatissimi. Non spendono migliaia e centinaia di
euro per infissi, pavimenti o quant’altro di marca.
Fanno le loro casette in legno con amore e in modo da
poterle vivere comodamente. Con questo non voglio dire che noi non le facciamo
con amore, anzi!! E’ solo che noi facciamo case a volte un po’ troppo per noi.
Nel senso che mettiamo pavimenti splendidi, ma che per pulirli diventiamo
matti, per esempio. Qui invece mettono o un semplice parquet oppure vedo molto
negli appartamenti il linoleum. Che devo dire essere comodissimo da pulire,
soprattutto con un bimbo e non si corre il rischio di rovinarlo quando qualcuno
gli butta sopra la batterie di pentole o segnarlo con le scarpe.
Noi per ristrutturare casa abbiamo bisogno di più cose per
come le abbiamo costruite, mentre qui cambiano le assi di legno fuori che poi
ripitturano, dentro o rimbiancano oppure cambiano la carta da parati e per il
pavimento appunto c’è il linoleum oppure il parquet, ma non il listone giordano
o non so cosa.. un semplice parquet tipo quello dell’Ikea, ed ecco una
splendida casetta nuova.
Poi una cosa che mi piace molto e che non avevo mai visto
prima e come qui “arredano” le finestre. Su ogni finestra trovi fiori, bajour,
e appesi o cuori o non so cos’altro… mi piace!
Non lo so, ripeto è una mia sensazione, ma secondo me per
come qui costruiscono case, o per loro mentalità, riescono a godersi la casa
diversamente da noi.
Io ho visto persone
che hanno case, che invece di essere luoghi in cui sentirsi sicuri con la
propria famiglia, ci si sentono in gabbia al suo interno e ne sono schiavi. Case
troppo grandi e quindi impegnative da pulire, troppo costose e quindi con mutui
per 40 anni e cifre da far paura…
Prima di partire per la Svezia il mio pensiero era
differente da ora. Alla fine dello scorso anno quando ancora non sapevamo se
partire o no avevamo cercato una casa. Ne avevamo trovata una che sarebbe stata
perfetta per noi. Villetta di 200 mt. Con un bel giardino più o meno di 200/250
mt. Che per come costruiscono ora ci sembrava un’offerta. Con il senno di poi
però ad oggi penso che anche noi saremmo entrati nel giro della casa che ti
succhia ogni energia.
Noi in Italia avevamo due lavori a tempo indeterminato, una
casetta piccola, ma nostra. Ristrutturata con le nostre mani, e tanti amici e
parenti. Però in pochi mesi abbiamo deciso di lasciare tutto. Ci siamo guardati
in faccia e ci siamo detti: “certi treni passano e non si sa se e quando
ripasseranno. Questa è la nostra occasione per crescere e maturare. Per
imparare a vedere le cose con occhi diversi.” E quindi eccoci qui ad
Eskilstuna.
Non è semplice stare qui. Ci sentiamo e siamo immigrati. Non
capiamo ancora la lingua e quindi con chi cerca di scambiare quattro parole
dobbiamo sempre chiedere se parlano inglese altrimenti dobbiamo troncare la
conversazione.
Mi è capitato che fermandomi al parco con Beatrice per
cercare di farla giocare con qualche bimbo, i genitori ci hanno guardato un
pochino male e poi dopo aver chiamato i bimbi che si avvicinavamo a Beatrice se
ne sono andati. Magari dovevano ad ogni modo andare via, ma fidatevi che ti
senti male!
Essere in un posto in cui non conosci usi e costumi in cui
non sai se giudicheranno qualche cosa che per te è normalità…ti fa porre mille
domande.
Per ora siamo qui da pochissimo tempo e stiamo vivendo la
vita un po’ con lo spirito della vacanza nel senso che è tutto nuovo e questo è
molto stimolante, siamo usciti dalla routine che avevamo in Italia.
Allo stesso tempo però non abbiamo più certezze materiali.
Ora siamo qui soli. Noi tre. Poco a poco, giorno dopo giorno, sbagliamo,
impariamo e ci confrontiamo. Di sicuro questa esperienza ci avvicinerà
moltissimo. Ma non è facile essere sempre io e Alessandro. Anche se c’è Skype
non abbiamo più quel confronto che avevamo prima con le famiglie e con gli
amici stretti nella quotidianità. Con il tempo spero riusciremo anche qui a ritrovare
questo confronto con altre persone.
Per me soprattutto che sono a casa a fare la “ desperate
housewife” non è semplice.
Allo stesso tempo invece osservo Beatrice. Lei non ha questi
problemi. E’ una bambina. E’ meraviglioso vedere come si integra con gli altri
bimbi. Ora che ha i loro stessi vestiti all’asilo non sembra più “diversa”. A
lei basta una paletta e tanta sabbia e ha già mille amici! Non è per niente
timida. Io da bambina quando andavo in vacanza, dopo una prima perlustrazione tra
i bambini di 5 minuti ne individuavo uno, mi avvicinavo e gli chiedevo :”vuoi
essere mio amico?”. E così in poco meno di 1ora avevo già tanti nuovi amici.
Per Beatrice è la stessa cosa.
Spero solo che quando tra poco inizierò il mio corso di
svedese, potrò conoscere nuove persone, e grazie allo svedese potrò smettere di
sentirmi incapace di comunicare!!
Non so quanto ci fermeremo qui. Non voglio neanche
pianificarlo. Staremo qui fino a che staremo bene. Sono convinta però che anche
se sarà un sacrificio stare lontano da tutti coloro che ci vogliono bene, sarà
un gran esperienza per noi.
Io e Alessandro abbiamo deciso di sposarci giovani, poi dopo
poco abbiamo deciso di diventare genitori. Ora siamo qui che abbiamo deciso di
arricchirci come persone e di crescere scegliendo una via non tanto semplice.
Vogliamo bene ai nostri genitori e ai nostri amici e per
questo ogni giorno vi chiediamo di rispettare questa nostra decisione senza
rancore e di sostenerci!
A volte però vorrei fermare il tempo a casa in Italia per
godermi questa novità senza perdermi nulla lì! Ma non posso.
Ieri è nata la bimba di due nostri amici, tra poco una mia
collega partorirà anche lei, un’altra si sposerà ecc….
Le figlie di Francesco e Sonia che abbiamo visto crescere e
che in un certo senso abbiamo cresciuto con loro stanno crescendo…
Quando penso a tutto questo un po’ mi immagono, ma poi torno
a guardar fuori dalla finestra e torno a cercare in lontananza le ragioni del perché
siamo qui.
Avrei altri mille pensieri ma…li tengo per il prossimo post.
Ora mi sento meglio. Mi sento come se avessi chiaccherato
con mia mamma, oppure con Sonia o con le mie ex colleghe nella saletta caffè di
Marella J!!
Grazie per seguirci in questo blog e quindi in questo
nostro percorso.