giovedì 24 maggio 2012

Notizie da un altro punto di vista


La scorsa settimana e l’inizio di questa sono state ricche di eventi e per questo ci hanno lasciato molti spunti di riflessione. Abbiamo avuto la prima visita dei nonni, ma su questo lascio spazio all’Ilaria che meglio di me sa raccontare le mille emozioni provate. Oggi invece vorrei raccogliere alcuni pensieri sui continui paralleli a cui assisto qui in Svezia. I paralleli sono ovviamenti tra l´Italia e questo nuovo paese.
Ogni giorno cerco di seguire le notizie principali dall´Italia, un po’ per rimanere in contatto con quello che succede e un po’ perché non sono ancora in grado di leggere i quotitiani svedesi. Ad ogni modo durante lo scorso fine settimana due notizie al quanto sconvolgenti erano su tutte le pagine dei giornali sia Italiani che internazionali. La prima era la morte di una studentessa a Brindisi a causa di un attentato in un istituto tecnico e la seconda era il terremoto che ha colpito Ferrara,  Modena e in parte anche le nostre case.



E’ starano, ma qui alcuni colleghi mi hanno chiesto infrmazioni se fosse normale che in Italia ci fossero attentati nelle scuole. Generalmente gli Svedesi non sono abitutai a simili episodi nel loro paese e quando leggono di bombe e attentati sono più abituati a pensare a territori tipo in Medio Oriente (Afganistan, Pakistan, Siria...). Si immaginano contestazioni politiche, economiche o religiose. Il loro stupore è maggiore quando questi attentati avvengano in Europa e soprattutto, questa volta, faticano a capire il perché di una scuola. Onestamente anch’io non so dare una risposta. Ho come l’idea di essere un po’ assuefatto a questo tipo di notizie e talvolta ho come la sensazione che mi piovano addosso così di freuqnte che in primis rimango un po’ stupito ma poi faccio (forse) troppo presto a dimenticare o a voltare pagina. Non ho vissuto gli anni di piombo in Italia, ma ho visto le stragi di Falcone e Borsellino e i crateri sulle autostrade. Ho visto gli attentati delle nuove BR a Bologna e ho assitito a decine di telegiornali in cui venivano riporati omicidi, sparatorie per ragioni spesso legate alle solite questioni del nostro Mezzogiorno e non solo. Qualcuno qui direbbe “That´s Italy”, come per ribadire che fa parte del folklore locale. A forza di assistere a queste cose, non fa piú effetto che magari in pieno giorno uno scooter si accosti ad una macchina e la trapssi di colpi.
Eppure questa volta rimango shockato al pensiero di un paio di ragazze che se ne stavano andando a scuola, forse pensado al loro fine settimane ed ecco, tutto cambia, tutto spezzato. Poi seguono i soliti riti: le istituzioni ai funerali, i famigliari straziati e i “non vi dimenticheremo” su tutti i giornali. Il problema che questo succede troppo spesso e poi finisce per diventare parte della nostra vita. Ma non puó essere la normalitá. Non lo so, faccio fatica a spiegare e soprattutto a trasmettere lo stupore nella mente della gente qui. So solo che in questo momento avverto di piú la non normalitá e il fatto che questo non debba essere considerato solo come una notizia per qualche giorno.
Per quanto riguarda l´altra notizia, la domenica mattina siamo stati avvistai dei nonni, che erano tornati durante la notte che la terra aveva tremato forte. Anche in questo caso alcuni colleghi mi hanno chiesto se fosse normale avere tutti questi terremoti in Italia. Nei loro occhi ci sono ancora le immagin dell´Aquila che hanno fatto il giro del mondo e che quindi hanno ancora un sapore abbastanza fresco da queste parti. Per gli Svedesi il terremoto é un evento abbstanza raro, anzi pressoché inesitente e non sanno cosa vuol dire e cosa puó fare. Leggevo di una signora tedesca che é morta molto probabilmente a causa della shock provocato dal terremoto e accosto questo alle domande e allo stupore dei colleghi. Anche in questo caso avverto la differenza. Per noi il terremoto é sempre qualcosa di imprvedibile con il quale facciamo i conti abbstanza di frequente. A volte piú forte, a volte piú lieve ma comunque spesso presente. Per la Svezia é un evento pressoché sconosciuto.
Ho visto foto e video. Ho visto strade e piazze e chiese distrutte. Paesi in cui sono passato mille volte. Ho visto i magazzini di Parmigiano completamente sottosopra e i tetti delle stalle crollati. Ho visto la “mia” terra, quella che conosco che so di cosa é fatta e cosa produce, ferita. Ho visto quelle chiese ridotte a macerie e ho pensato che se fosse successo qualche ora piú tardi quando in molti sarebbero stati lí per la messa domenicale avrebbe fatto un vero disastro. 



Adesso sono qui, lontano, senza poter far niente e senza poter dare una mano. Penso ai miei famigliari, ad alcuni amici che spesso rimangono impauriti per giorni dal terremoto e faticano a dormire. Penso che poi si riparte, si rimuovono le pietre si cerca di sistemare, si prova a ricostruire e si va avanti.
Questi sono i miei paralleli, riflessioni di come alcuni eventi eccezionali siano talvolta normali e parte del vivere quotidiano. Questa volta peró il sapore é diverso e il modo di vedere le cose cambia. Non so dire se in bene o in male di certo c´é un nuovo punto di vista che a volta aiuta a capire o semplicemente ad osservare con occhi diversi. 

Forse questo fa sempre parte del nostro viaggio...


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