martedì 29 maggio 2012

Morsdag - Festa della Mamma


Altro fine settimana e altre avventure in giro per E-tuna. Dunque prima di tutto ringraziamo i nonni Paola e Fanco per il pacco che puntualmente è arrivato Venerdì. All’interno c’erano cose non di poco conto:
  1. Seggiolini bicicletta Bea, nuovo nuovo!
  2.  Sacche e attrezzatura per le bici
  3. Rasoio per i miei capelli
  4. Seggiolino auto Bea

E così ecco un Sabato all’insegna dei preparativi. Sistemato il seggiolino della Bea sulla bici dell’Ila, cambiato il seggiolino sulla Multipla, preparata la bici con sacche e luci e poi pronti a partire. Devo dire che ho un po’ un nodo alla gola quando penso alla mia KTM nuova nuova in Italia che non vedeva l’ora di farsi qualche fuoripista per i colli di Scandiano. Qui abbiamo fatto un bel salto all’indietro. Adesso ho un esemplare svedese in acciaio con macchie di ruggine qua e là... peso sui 20kg, scorrevolezza assente e sella vintage anni 80. Va bhe, questo passa il convento, quindi accontentiamoci, l’importante è lo spirito e la gamba. Devo dire che la “Svedese” mi ha fatto tribolare: freni da sostituire, cavo del cambio strappato alla prima cambiata, sella bloccata e rogolata a martellate. Ma adesso sembra aver capito chi comanda e si è messa a fare il suo dovere.
Sabato sera con l’aiuto del mio parrucchiere personale e del rasoio appena arrivato ho anche sfoggiato il look estivo. Non è che mi doni tanto, ma alla fine è comodo e io sto bene.
Ad ogni modo la domenica ci siamo messi in sella e abbiamo portato la Bea al maneggio. Qui i cavalli sono un po’ ovunque e li tengono quasi allo stato brado. La Bea non si teneva. Giornata spettacolare: cielo terso, 25-27°C e aria frizzante. Prime scottature sulle braccia e sulla fronte!


Pranzo veloce, con ragù all’emiliana riadattato con materie prime svedesi, e poi via col passeggino e far dormire la Bea. Dietro a Årby, il nostro questire, si snodano chilometri di piste e camminate nei boschi di Eskilstuna e quindi, grazie alla bella gionata ci siamo dati da fare. Come nota dolente devo sfatre qualche mito: le zanzare ci sono anche in Svezia e sono più cattive che mai. Nel bosco, dove gira poca aria e c’è penobra ti assalgono e non ti danno tregua. Sarà che hanno solo pochi mesi per sfamarsi, sarà che sentono il sapore di sangue esotico, ma ce la siamo data a gambe. All’aria aperta, in piena luce la storia è diversa.
La camminata è stata lunga e i paesaggi ve li lascio in questa carrellata.














Per l’Elena che ci aveva chiesto quelche parola in più per il rapporto vita-natura qui in Svezia, non riesco a descrivere con poche frasi quello che si vede, spero che questi scatti possano dare un assaggio e rimediare alle nostre “mancanze”.
La Bea si è svegliata in mezzo al verde e in poco tempo abbiamo raggiunto un bel parchetto dove si è sbaffata la sua merenda. Oggi per la prima volta è caduta e si è “sbucciata” un ginocchio. Sceneggiata greca e lacrime a non finire. Povera stella, mi sono sentito “strano” nel vedere il suo ginocchio sanguinante a al pensare quante volte succederà ancora e quante volte il Papà e la Mamma non potranno sempre essere lì. Ad ogni modo è difficile spiegare, forse gli altri Papà che leggono, capiranno...
Il ritorno è stato una bellissima camminata verso la pizza dominicale e qualche saluto via Skype, tra l’altro un abbraccio ad Alberto, Monica e Chiara. Ci ha fatto piacere scambiare quattro chiacchere. Un salutone!


Ultima nota, per quelli che fin qui hanno sorriso e si sono rallegrati, chiedo di fermarsi e non continuare la lettura. Per gli altri lascio una riflessione estremamente amara.
Durante questo fine settimana mentre noi ci godevamo queste giornate soleggiate immersi nella nutara e coccolavamo la nostra bambina, in un altro angolo di mondo sono stati sterminati decine di bambini innocenti. Ho letto la notizia e visto le foto (link articolo).
Per quei genitori, quei bambini erano la loro Beatrice. Quelle persone non sono diverse da me e quello che provano verso i loro figli è esattamente quello che provo io. Ciò che li rende diversi è solo il paese e il tempo in cui sono nati. Non hanno scelto e non hanno voluto, soprattutto non hanno colpa. Di certo oggi io torno a casa e abbraccio mia figlia mentre si addormenta nel suo letto sicuro, quel padre e quella madre abbracciano un corpo che mai più gli sorriderà. Colpa o ragione non sono parole a cui riesco a dare un significato, di certo so che non smetterò mai di chiudere gli occhi di fronte a questo, perché per ogni mio lusso c’è qualcuno che viene privato di qualcosa di essenziale.

1 commento:

  1. in poche immagini e poche righe si vede il rispetto per la terra
    che qui trema
    non le do' tutti i torti
    tra disboscamenti e sfruttamento del sottosuolo e' veramente arrabbiata
    grazie
    a presto
    elena

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