Altro fine settimana e altre avventure in giro per E-tuna. Dunque prima di
tutto ringraziamo i nonni Paola e Fanco per il pacco che puntualmente è
arrivato Venerdì. All’interno c’erano cose non di poco conto:
- Seggiolini bicicletta Bea, nuovo nuovo!
- Sacche e attrezzatura per le bici
- Rasoio per i miei capelli
- Seggiolino auto Bea
E così ecco un Sabato all’insegna dei preparativi. Sistemato il seggiolino
della Bea sulla bici dell’Ila, cambiato il seggiolino sulla Multipla, preparata
la bici con sacche e luci e poi pronti a partire. Devo dire che ho un po’ un
nodo alla gola quando penso alla mia KTM nuova nuova in Italia che non vedeva
l’ora di farsi qualche fuoripista per i colli di Scandiano. Qui abbiamo fatto
un bel salto all’indietro. Adesso ho un esemplare svedese in acciaio con
macchie di ruggine qua e là... peso sui 20kg, scorrevolezza assente e sella vintage
anni 80. Va bhe, questo passa il convento, quindi accontentiamoci, l’importante
è lo spirito e la gamba. Devo dire che la “Svedese” mi ha fatto tribolare:
freni da sostituire, cavo del cambio strappato alla prima cambiata, sella
bloccata e rogolata a martellate. Ma adesso sembra aver capito chi comanda e si
è messa a fare il suo dovere.
Sabato sera con l’aiuto del mio parrucchiere personale e del rasoio appena
arrivato ho anche sfoggiato il look estivo. Non è che mi doni tanto, ma alla
fine è comodo e io sto bene.
Ad ogni modo la domenica ci siamo messi in sella e abbiamo portato la Bea
al maneggio. Qui i cavalli sono un po’ ovunque e li tengono quasi allo stato
brado. La Bea non si teneva. Giornata spettacolare: cielo terso, 25-27°C e aria
frizzante. Prime scottature sulle braccia e sulla fronte!
Pranzo veloce, con ragù all’emiliana riadattato con materie prime svedesi,
e poi via col passeggino e far dormire la Bea. Dietro a Årby, il
nostro questire, si snodano chilometri di piste e camminate nei boschi di
Eskilstuna e quindi, grazie alla bella gionata ci siamo dati da fare. Come nota
dolente devo sfatre qualche mito: le zanzare ci sono anche in Svezia e sono più
cattive che mai. Nel bosco, dove gira poca aria e c’è penobra ti assalgono e
non ti danno tregua. Sarà che hanno solo pochi mesi per sfamarsi, sarà che
sentono il sapore di sangue esotico, ma ce la siamo data a gambe. All’aria
aperta, in piena luce la storia è diversa.
La camminata è stata lunga e i paesaggi ve li lascio in questa carrellata.
Per
l’Elena che ci aveva chiesto quelche parola in più per il rapporto vita-natura
qui in Svezia, non riesco a descrivere con poche frasi quello che si vede,
spero che questi scatti possano dare un assaggio e rimediare alle nostre
“mancanze”.
La Bea si è svegliata in mezzo al verde e in poco tempo abbiamo raggiunto
un bel parchetto dove si è sbaffata la sua merenda. Oggi per la prima volta è
caduta e si è “sbucciata” un ginocchio. Sceneggiata greca e lacrime a non
finire. Povera stella, mi sono sentito “strano” nel vedere il suo ginocchio
sanguinante a al pensare quante volte succederà ancora e quante volte il Papà e
la Mamma non potranno sempre essere lì. Ad ogni modo è difficile spiegare,
forse gli altri Papà che leggono, capiranno...
Il ritorno è stato una bellissima camminata verso la pizza dominicale e
qualche saluto via Skype, tra l’altro un abbraccio ad Alberto, Monica e Chiara.
Ci ha fatto piacere scambiare quattro chiacchere. Un salutone!
Ultima nota, per quelli che fin qui hanno sorriso e si sono rallegrati,
chiedo di fermarsi e non continuare la lettura. Per gli altri lascio una riflessione
estremamente amara.
Durante questo fine settimana mentre noi ci godevamo queste giornate
soleggiate immersi nella nutara e coccolavamo la nostra bambina, in un altro
angolo di mondo sono stati sterminati decine di bambini innocenti. Ho letto la
notizia e visto le foto (link articolo).
Per quei genitori, quei bambini erano la loro Beatrice.
Quelle persone non sono diverse da me e quello che provano verso i loro figli è
esattamente quello che provo io. Ciò che li rende diversi è solo il paese e il
tempo in cui sono nati. Non hanno scelto e non hanno voluto, soprattutto non
hanno colpa. Di certo oggi io torno a casa e abbraccio mia figlia mentre si
addormenta nel suo letto sicuro, quel padre e quella madre abbracciano un corpo
che mai più gli sorriderà. Colpa o ragione non sono parole a cui riesco a dare
un significato, di certo so che non smetterò mai di chiudere gli occhi di
fronte a questo, perché per ogni mio lusso c’è qualcuno che viene privato di
qualcosa di essenziale.
in poche immagini e poche righe si vede il rispetto per la terra
RispondiEliminache qui trema
non le do' tutti i torti
tra disboscamenti e sfruttamento del sottosuolo e' veramente arrabbiata
grazie
a presto
elena